Influenza AH1N1: in Italia si è vaccinato solo il 3 per cento dei soggetti a rischio

A fronte di 21 milioni di soggetti a rischio cui l’anno scorso è stata raccomandato il vaccino contro l’influenza A H1N1, sono state soltanto 891 mila le dosi utilizzate. E siccome molti hanno utilizzato due dosi (la seconda come richiamo), il numero dei vaccinati in Italia nel 2009 è stato inferiore anche a questa cifra, posizionandosi fra il 2 e il 4% della popolazione a rischio.

Il dato è scaturito il 4 novembre a Milano nell’ambito di un workshop sulla connessione fra virus influenzale e malattie cardiovascolari promosso dalla Fondazione Giovanni Lorenzini e svoltosi al Centro Cardiologico Monzino, cui hanno partecipato specialisti di diversi settori della medicina, fra cui Donato Greco dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Mohammad Madjid, del Texas Heart Institute di Houston.

Il ricercatore americano ha riferito come negli Usa all’inizio della scorsa estate le autorità sanitarie abbiano deciso di diffondere il concetto di ‘vaccinazione universale’. Il Center for Disease Control and Prevention (Cdc), infatti, ha raccomandato la vaccinazione per tutta la popolazione, dai sei mesi di vita in poi e non per i soli soggetti a rischio.

Donato Greco ha sostenuto la correttezza dell’iniziativa americana. Ha affermato che concettualmente non è  giusto limitare la vaccinazione alle categorie a rischio, in primo luogo perché il vaccino è efficace per tutti; inoltre, accertare per tutti l’esistenza del rischio rappresenta un costo oltre a non essere sempre possibile.

In Italia, l’anno scorso si sono vaccinati contro l’influenza solo il 38% dei diabetici e dei cardiopatici, il 29% dei bronchitici e delle persone con insufficienza renale, il 25% dei malati oncologici.

Il giudizio sulla decisione italiana di aver acquistato milioni di dosi di vaccino è stato favorevole. ”Il virus – ha detto Andrea Peracino, vicepresidente della Fondazione Lorenzini – è stato molto contagioso ma fortunatamente poco virulento. Se fosse stato come quello di quattro anni fa, molto virulento, sarebbe stato un disastro”.

Gestione cookie