“Job is dead”: tam tam sul web

ROMA – La notizia della morte di Steve Jobs, tanto attesa quanto temuta, si e’ immediatamente propagata attraverso il web. Subito dopo lo stringato comunicato di Apple, a un’incollatura, la pubblicazione sulla homepage del sito dell’immagine del visionario della Silicon Valley. Era finita davvero. Ed era il primo scatto di una corsa collettiva a raccontare tutto, ma proprio tutto, del riservato Steve.

Il ricordo di Barack Obama sulla homepage del sito della Casa Bianca sottolinea – ce ne fosse mai bisogno – che la perdita e’ importante davvero. E poi tra il presidente e il visionario di Cupertino c’era un rapporto personale: se non amicizia, almeno stima.

E sul web rimbalzano le poche foto di quella serata, lo scorso febbraio, durante la quale Obama incontro’ i 12 capitani di azienda piu’ influenti del web. Alla sinistra del presidente sedeva Jobs, a destra Mark Zuckerberg (l’inventore di Facebook) e poi tutto intorno gli altri. I capi di Twitter, Yahoo! e colossi del genere a parlare del futuro. A quella cena Jobs non aveva voluto mancare nonostante la battaglia con la malattia.

Molte testate on-line, nel dare la notizia della morte, lo ricordano come ‘il visionario’. E se per El Pais Steve Jobs e’ ‘un rivoluzionario’, El Mundo e’ ancor piu’ inconsolabile e apre con un semplice ‘Steve Jobs e’ morto’. E poi via un florilegio di ‘genio’ e ‘inventore’ in giro per la rete. Ovunque speciali, foto e video. Poco, ma non assente, il voyeurismo. E cosi’ spulciando nella rete si trova anche il racconto della lotta di Jobs contro il cancro: resa nota a tutti da lui stesso ma vissuta nel riserbo.

E proprio dal popolo web arrivano gli omaggi piu’ numerosi per ‘Steve, uno di noi’. C’e’ chi rilancia su Twitter il famoso discorso agli studenti della Stanford University del 2005 (‘Restate affamati, restate folli’ ammoniva Jobs) mentre su Facebook spuntano decine di profili in memoria. Il post piu’ scritto di oggi e’ ‘Grazie di tutto’.

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