L' iPad all'asilo in Gran Bretagna

LONDRA – Oltre i blocchi per le costruzioni, la plastilina e i pastelli a cera in alcuni asili di Bath, in Gran Bretagna, i maestri hanno messo in mano a bambini di tre e quattro anni un iPad. Snapdragon Nurseries, una rete di nursery school, ha investito nel tablet della Apple per insegnare ai piccoli alunni a leggere, a contare e come ausilio nel raccontare le favole. L'iniziativa ha diviso gli educatori: tra genitori e maestri c'è chi teme che l'uso dell'iPad trasformi i bambini in individui asociali e li condanni ad abitudini sedentarie che portano all'obesità.

Negli asili di Bath l'acquisto dei tablet è sembrato invece un atto dovuto al direttore James Collard: ''La tecnologia digitale fa parte della vita quotidiana dei nostri piccoli allievi: non rendercene conto sarebbe un atto di negligenza''. Con l'iPad i maestri di Bath mostrano lettere, numeri e colori, insegnano a disegnare e addirittura a produrre musica.

''I tablet vengono usati per raccontare favole in modo interattivo. I bambini possono premere sui personaggi e vederli muovere. Non dico che sostituira' i libri. E i genitori non devono preoccuparsi: non useremo mai l'iPad a scapito dei periodi trascorsi all'aperto per fare attività fisica'', ha spiegato Collard.

E tuttavia uno studio recente commissionato dall'Economic and Social Research Council ha messo in luce una profonda diffidenza sull'adozione delle nuove tecnologie nell'età prescolare: ''Si teme che possano danneggiare l'interazione sociale, la forma fisica e l'apprendimento dei bambini'', ha detto al Guardian Rosie Flewitt della Open University: questo rende casi come quello degli asili di Bath ''l'eccezione piuttosto che la regola''.

La Flewitt è tra quanti fanno il tifo per iniziative come quelle dell'iPad all'asilo: ''Il problema è che gli addetti ai lavori non ricevono la guida necessaria a integrare l'insegnamento con le nuove tecnologie''. Ma altri studiosi sono pronti a dichiarare guerra all'ingresso del tablet della Apple nelle classi dei più piccini: ''Sono strumenti capaci di compromettere gravemente lo sviluppo dell'infanzia'', ha detto Richard House, psicologo dell'eta evolutiva alla Roehampton Unuiversity e fondatore di Open Eye, una organizzazione che si batte contro l'uso prematuro delle tecnologie nelle scuole.

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