La ragazza della prima Ru486: “Sono cattolica, ho scelto”

E’ cattolica, è già madre e sognava una famiglia numerosa la giovane donna che ha assunto ieri a Bari la pillola abortiva Ru486, la prima in Italia in regime “ordinario” e non di sperimentazione. “Sono cattolica – dice tranquilla – e non penso che per questo gesto il Signore mi vorrà meno bene”.

Non ha paura, ha fatto la sua scelta. Così come ha scelto di firmare e andare via da quell’ospedale, il Policlinico di Bari, nel quale ha ingerito quelle tre pillole. Ciò che l’ha spinta a compiere questo passo, racconta oggi, è una rara malattia all’utero, il Mioma. “Non avevo alternative, avrei messo a rischio la mia vita – dice – non posso portare a termine la gravidanza, poco fa ho subito un intervento all’utero e già una volta ho perso un figlio al quinto mese per un aborto spontaneo. So cosa vuol dire, non è facile rinunciare alla maternità”.

“Abbiamo passato un lungo periodo di astinenza – dice ora il marito – era rischioso. Lei non poteva prendere anticoncezionali. E una gravidanza non era pensabile, per il suo stato. Ma è la vita che decide. Nel bene e nel male. E quando lei ha visto l’esito di un test di gravidanza che non lasciava spazio ai dubbi, non ha avuto la forza di parlare”.

La donna racconta poi quel momento. Era l’ora di pranzo quando ha bevuto un bicchiere d’acqua e ha mandato giù quella pillola. Non ha provato dolore, dice, non succede nulla nelle prima quarantotto ore. Il dolore arriva dopo, quando viene presa un’altra pillola che espelle il feto.

Poche ore e la giovane è andata via da quell’ospedale. Le disposizioni per chi prendeva la Ru486 erano state per un ricovero di tre giorni. Si aspetta ora una decisione di Nichi Vendola, governatore della Puglia. “Vorrei che Vendola ci pensasse bene a prendere questa decisione. Che senso ha un ricovero di tre giorni?”, dice la donna. “Ho firmato e sono andata via. I miei bambini a casa mi aspettavano”.

E’ madre, questa giovane donna. “Se avessi potuto avrei tenuto anche questo bambino, ma proprio non posso – aveva detto – avere un figlio è comunque una esperienza bellissima che auguro a tutte le donne. Abortire, a prescindere dalle motivazione, è la cosa più difficile che abbia mai fatto”.

Gestione cookie