L’allattamento cresce al nord e cala al sud

E’ la prima cosa buona che assaggiamo nella nostra vista: completo, digeribile, si adatta di giorno in giorno ai bisogni del neonato, il latte materno e’ un alimento fondamentale che pero’ non viene dato quanto si dovrebbe e potrebbe ai bambini. Molte mamme interrompono l’allattamento il piu’ delle volte per problemi facilmente gestibili. In Italia al momento delle dimissioni dall’ospedale allattano 8 donne su 10, ma scendono a 6 su 10 una volta fuori, con Sud e Isole fanalino di coda (rispettivamente il 63 e il 53% circa), mentre Centro e Nord sono vicini al 70%. A ricordare quanto ci sia da fare e’ la settimana mondiale dell’allattamento materno, partita oggi e che durera’ fino al 7 ottobre.

COSA FANNO GLI OSPEDALI: in Italia esistono 20 banche del latte materno, di cui ben cinque in Toscana, dove e’ nata la prima nel 1971 presso l’ospedale pediatrico Meyer. Si tratta di punti di raccolta del latte donato da madri diverse e distribuito gratuitamente ad altri piccoli nati prima del tempo, con patologie o ai piccoli pazienti che ne hanno bisogno. Vi sono poi ospedali come il Gaslini di Genova dove c’e’ un ambulatorio gratuito per le mamme che allattano. Oms e Unicef hanno lanciato dal 1992 ‘Ospedali amici dei bambini’, che prevede un decalogo di misure per le strutture sanitarie che vogliano essere riconosciute amiche dei bambini.

SUD PIU’ INDIETRO: ”Negli anni ’60 c’e’ stato un calo dell’allattamento al seno per la diffusione del latte artificiale. La ripresa – spiega Giovanni Serra, primario della Terapia intensiva neonatale del Gaslini – c’e’ stata da meta’ degli anni ’70 al Nord, ma con piu’ ritardo al Centro-Sud, dove c’e’ un calo, soprattutto in Campania e Sicilia”. Chi si occupa di allattamento rileva pero’ un comportamento un po’ contraddittorio da parte dei pediatri, ”che a volte – aggiunge Fina Bella, responsabile della Banca del latte del Meyer – parlano dei benefici dell’allattamento ma poi quando vedono che il bambino ha un peso un po’ sotto le tabelle, creano uno stato d’ansia nella madre, che magari decide di dare l’aggiunta di latte artificiale e poi interrompere l’allattamento”.

AUTO-AIUTO FONDAMENTALE: l’azione dei gruppi di auto-aiuto, come quella svolta dalla Leche League, e’ molto utile. ”Le mamme ci chiamano il piu’ delle volte per problemi pratici – racconta Claudia Scarsi della Leche League – come le ragadi o il non avere latte. Ma nel 95% dei casi non e’ un vero problema, perche’ il latte ce l’hanno. Basta dare il sostegno giusto. Purtroppo il 55% delle donne allatta fino ai 3 mesi di vita del bambino e solo il 30% arriva ai 6 mesi. Uno studio australiano ha dimostrato che nelle comunita’ dove ci sono gruppi di auto-aiuto l’allattamento materno cresce del 30%”. Un’indagine dell’Iss ha rilevato che, dopo il rientro a casa, oltre il 25% delle donne ha problemi legati all’allattamento e lo sospendono prima dei 3 mesi di vita per la percezione di avere poco latte (69%) e problemi del seno (ragadi, mastite, 7%).

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