Lega Nord. Rosy Mauro espulsa anche dal Senato, Bodega via per protesta

ROMA – Espulsione-bis per Rosy Mauro ‘cacciata’ anche dal gruppo del Carroccio al Senato. Con un effetto boomerang, pero’, questa volta. Non tutti i senatori leghisti hanno condiviso la decisione di buttare fuori Rosy Mauro e c’e’ chi ha voluto manifestare platealmente il suo dissenso abbandonando il gruppo, come ha fatto Lorenzo Bodega vicepresidente dei senatori del Carroccio. Ma, stando alle voci di corridoio, altri potrebbero seguirlo lasciando il gruppo nel caos.

Si e’ saputo infatti che, dopo il verdetto, alcuni senatori sono andati nello studio della Mauro per esprimerle solidarieta’. E c’e’ chi non ha nascosto il forte malumore per quanto accaduto oggi al gruppo della Lega di Palazzo Madama, dove ha la ‘maggioranza’ il cosiddetto Cerchio Magico.

Decisive dunque le prossime ore per capire quale consistenza avra’ la fronda leghista e quali saranno le conseguenze. Tutto questo mentre Roberto Maroni, indefesso, lavora di ramazza nel partito e prepara la successione alla guida del Carroccio.

La ‘pasionaria’ dunque e’ stata allontanata anche dal gruppo parlamentare, che ha cosi’ ”ratificato all’unanimita”'(recita il comunicato della Lega) la decisione del consiglio federale, ed e’ stata iscritta ‘d’ufficio’ al gruppo ‘misto’. Un passaggio atteso quello di oggi a Palazzo Madama dopo l’espulsione dal partito, anche perche’ la ‘pasionaria’ continua pervicacemente a tenere il punto e non ‘molla’ la poltrona di vicepresidente del Senato. Si tratta di una questione di principio per Rosy Mauro, anche se questo le e’ costato l’ostracismo di gran parte del Carroccio e la doppia cacciata.

Ma le decisioni della ex leghista ‘pesano’ anche sul presidente del Senato che dovra’ sbrogliare una matassa sempre piu’ intricata. E che e’ stato costretto anche oggi a farle da supplente in aula per scongiurare ‘incidenti’.

E mentre l”espulsa’ si e’ blindata nel suo studio di palazzo Madama a meditare le prossime mosse, il suo acerrimo nemico Roberto Maroni ha continuato nell’operazione-pulizia del partito, che – ha fatto sapere – andra’ fino in fondo, ”fino a che non sara’ finita”. Niente sconti, anzi – ha attaccato – ”spero che i magistrati facciano presto luce su tutto quello che e’ accaduto”.

E come il conte di Montecristo, Maroni raffronta passato e presente per togliersi altri sassolini dalle scarpe: ”’Oggi sulla prima pagina della Padania c’e’ il mio nome. Fino a qualche tempo fa non pubblicavano neppure le iniziative dove io partecipavo”, ha fatto notare. ”Per tanto tempo sono stato tenuto in sordina”, ma ”ora si riparte”. L’ex ministro ha detto che non e’ interessato alla segreteria perche’ – ha spiegato – su piazza non c’e’ una persona ”carismatica” alla Umberto Bossi e bisogna quindi pensare ad una gestione collegiale, ad un ”gioco di squadra”.

”Abbiamo la fortuna di avere tante persone giovani di valore”, ha fatto presente, citando fra gli altri Roberto Cota, Luca Zaia, Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti Flavio Tosi e Giacomo Stucchi.

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