"Legittime" le 10 domande di Repubblica a Berlusconi

ROMA – Le dieci domande del quotidiano La Repubblica al premier Silvio Berlusconi per il giudice erano ''legittime''. E' questo il senso della decisione del giudice Angela Salvio, della sezione civile del Tribunale di Roma, secondo quanto riporta oggi lo stesso quotidiano.

Le nuove dieci domande, contenute in un articolo di Giuseppe D'Avanzo del 26 giugno 2009 avevano scatenato la reazione del premier che era ricorso ai giudici il 25 agosto del 2009, in sede civile, assistito da Ippolita Ghedini, chiedendo un risarcimento che – spiega il quotidiano – e' stato bocciato.

Per il giudice – riporta La Repubblica – le domande pubblicate dopo il caso Noemi Letizia e Patrizia D'Addario, furono ''un legittimo esercizio del diritto di critica e la lecita manifestazione della liberta' di pensiero e di opinione garantita dall'art. 21 della Costituzione''.

Secondo il giudice ''in un paese democratico costituisce un diritto-dovere della stampa chiedere conto e ragione dei comportamenti a chi ricopre cariche politiche ed esercita il potere di governo, per soddisfare l'interesse pubblico della formazione del giudizio complessivo di valore sulla persona che occupa posizioni di vertice, non solo sull'attivita' pubblica svolta, ma con riferimento al patrimonio etico e alla coerenza dei comportamenti''. A rinforzare questa posizione per la Salvio, anche il fatto che le domande giungessero ''a conclusione di un articolo di D'Avanzo che conteneva la ricostruzione analitica degli accadimenti che si erano succeduti in un brevissimo lasso di tempo, che erano ben conosciuti e facevano parte della memoria storica recente dei lettori''.

Le domande di D'Avanzo quindi erano ''poste in maniera civile, garbata e misurata, senza allusioni o insinuazioni malevoli, erano riflessioni critiche sintetiche di interpretazione dei fatti''.

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