Crisi e scandali: la Lombardia è sempre più precaria

MILANO  – Come se non bastassero le inchieste della magistratura a svelare la realtà di una regione in crisi, ecco arrivare l’ultimo disastroso bollettino sullo stato dell’economia lombarda. Che di riflesso rivela le debolezze nazionali, visto che la Lombardia è la regione più ricca d’Italia ed una delle prime cinque aree economiche in Europa.

Cifre preoccupanti. Secondo i dati della Cisl regionale, nei primi tre mesi del 2012 in Lombardia hanno perso il posto 21.249 lavoratori, il 31,69% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Di questi, 14mila erano occupati presso aziende sotto i 16 dipendenti (+37,83% rispetto al primo trimestre 2011). Anche nelle realtà più grandi, comunque, il dato è allarmante: 7.221 licenziamenti in tre mesi, con un aumento rispetto al primo trimestre 2011 del 21,20%. Quindi la crisi è estremamente democratica e orizzontale, toccando sia grandi che piccole attività. Per questo, la Cisl lombarda ha deciso di scendere in piazza sabato 21 aprile a Milano per sollecitare interventi concreti per la crescita e lo sviluppo, per ridurre la pressione fiscale su lavoratori e pensionati e contrastare il caro-vita.

«Occorre avviare urgentemente politiche industriali sui settori più strategici – ha detto Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia – sostenere gli investimenti, incentivare la ricerca e favorire l’innovazione dei prodotti. A fronte di realtà imprenditoriali in cui non mancano buoni imprenditori, anche coraggiosi, in questi anni ci siamo confrontati con una Confindustria inadeguata e ottusa. Una controparte che fa da correttrice di bozze dei provvedimenti regionali e non è interessata a proporre interventi sulle ricollocazioni, sull’occupazione giovanile, sui veri fattori di crescita».

Scontro. Insomma, il confronto sociale tra sindacati e imprese comincia a farsi più serrato: adesso i rappresentanti dei lavoratori in Lombardia si muovono in rotta di collisione con Confindustria. Un confronto aspro che non si vedeva, tanto generalizzato e trasversale alle categorie dei lavoratori, da parecchio tempo: il motivo, oltre alla situazione congiunturale, è il vuoto istituzionale che si vive in Regione, a causa dei recenti scandali che hanno coinvolto i membri del Consiglio esecutivo della Lombardia. «La politica regionale è immobile, avviluppata dai rovi delle vicende giudiziarie, ha bisogno di una scossa – conclude Petteni – occorre da subito un tavolo sulla crescita, per avviare un confronto efficace tra istituzioni e forze economiche e sociali. Per questo invitiamo le altre organizzazioni sindacali e il mondo del sociale a condividere il nostro percorso e a scendere in piazza per sollecitare interventi per lo sviluppo e l’equità fiscale».

 

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