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Lucio Magri morto in Svizzera: suicidio assistito. Fondò il Manifesto

di Alberto Francavilla |29 Novembre 2011 8:46

BERNA – Suicidio assistito in Svizzera per Lucio Magri, il fondatore del “Manifesto”. La notizia è stata data da il Manifesto e da Repubblica.

Lucio Magri è morto in Svizzera: il fondatore del Manifesto ha optato per il suicidio assistito e per questo è andato a morire in Svizzera. Era stato lo stesso Magri a fare la scelta: “ho deciso di morire”, aveva detto prima di decidere tutto “con lucidità”, come scrive La Repubblica, “dalla fine alla sepoltura vicino alla sua Mara. Gli amici hanno tentato di dissuaderlo ma lui era depresso per la morte della moglie”.

Nato nel 1932, Lucio Magri era entrato nel Partito comunista italiano a 20 anni, all’inizio degli anni Cinquanta, nel Bergamasco. Da Bergamo passò al direttivo regionale lombardo del Pci, poi passò alla sede nazionale. Dopo l’insurrezione sovietica in Cecoslovacchia, e in dissenso con la posizione ufficiale del Pci, Magri assieme a Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Eliseo Milani e altri creò la rivista “Il Manifesto”.

Magri venne poi radiato dal partito. Partecipò anche alla trasformazione della rivista in quotidiano nel 1971, ma poi se ne distanziò. Nel 1984 rientrò nel Pci, finché ci fu la scissione e il partito si trasformò in Pds. Aderì quindi al gruppo che diede vita a Rifondazione comunista, dove vi rimase fino al 1995, quando la sua corrente passò ai Democratici di sinistra. Lui si distanziò anche da questa scelta e rimase fuori dal partito.

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