Mediaset: nasce agenzia informazione interna. Cdr: “Stato di agitazione”

Per il comitato di redazione, che ha espresso preoccupazione la nuova agenzia porterebbe “allo smantellamento di Tg4 e Studio Aperto e all’assorbimento di Tgcom nella nuova testata”.

Mediaset  annuncia la nascita di «una agenzia di informazione» interna e il comitato di redazione proclama lo stato di agitazione. Lo ha reso noto, attraverso una nota, l’assemblea dei comitati di redazione che ha «espresso forte preoccupazione».

La nuova iniziativa sarebbe inserita, secondo quanto rende noto il Cdr di Mediaset, nell’ambito di «un processo di ricollocazione di gran parte dei giornalisti» e porterebbe «allo smantellamento di Tg4 e Studio Aperto e all’assorbimento di Tgcom nella nuova testata».

L’assemblea dei comitati di redazione ha chiesto all’azienda «maggior chiarezza e un confronto serrato» sottolineando la necessità del sostegno della Fnsi «nella difficile vertenza che si va ad aprire».

L’assemblea pone sul tavolo anche il tema del «contratto integrativo scaduto da un anno» e «ritiene preliminare e necessaria l’apertura del tavolo delle trattative per il rinnovo dello stesso prima della nascita dell’agenzia».

La nuova agenzia interna, secondo quanto spiegato dall’azienda alle rappresentanze sindacali, sarà composta da un centinaio di giornalisti provenienti da Studio Aperto, Tg4 e TgCom con il compito di produrre notizie e servizi per tutti i telegiornali Mediaset tranne Il Tg5, almeno in un primo tempo. Il progetto partirà nei primi mesi del 2010 e nelle intenzioni di Mediaset costituisce  “un passo importante”  verso la creazione di un canale all news sul digitale terrestre.

Secondo quanto scritto dall’Ansa il responsabile dovrebbe essere Mario Giordano. La redazione della quale faranno parte anche i corrispondenti regionali si occuperà di cronaca, attualità, spettacolo, cultura ad eccezione della politica che rimarrà appannaggio di ogni singola testata. I servizi di cronaca locale saranno offerti anche al Tg5.

Il progetto risponderebbe ad una logica di razionalizzazione e contenimento dei costi, oltre che a un’esigenza di rendere più fluido il lavoro giornalistico, sviluppandolo anche in chiave multimediale.

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