Mediaset supera Sky, Calabrò: 'Senza banda larga rischiamo la serie B"

ROMA – Un mercato ancora diviso in tre, con Mediaset che torna in testa, Sky e poi la Rai sul gradino piu' basso del podio, penalizzata da ''un intollerabile livello di evasione del canone'' e dalla mancata riforma della governance, invisa a partiti e concorrenti della tv pubblica.

E' la fotografia del settore tv scattata nella Relazione annuale dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, presentata alla Camera dal presidente Corrado Calabrò che sostiene che "senza la banda larga rischiamo la serie B"

Nel 2010, certifica l'Agcom, il sistema tv italiano ''cresce del 4,5%'' e si consolida il modello a tre: Mediaset, i cui ricavi fanno un balzo in avanti dell'8.1%, rappresenta il 30,9% delle risorse complessive, Sky il 29,3%, Rai il 28,5%. Viale Mazzini, in realta' – sottolinea Calabro', mentre nella Sala della Lupa ascoltano il presidente Paolo Garimberti e il direttore generale Lorenza Lei – ''potrebbe essere il primo operatore'' se potesse contare sul ''canone non riscosso'' (per il 2009 si stima un mancato introito da oltre 500 milioni).

Ma soprattutto sulla tv pubblica pesa la mancata riforma, che il numero uno dell'Agcom invoca da tempo: Calabro' pensa a ''un sistema di governance duale, separando la funzione di servizio pubblico della Rai da quella piu' a vocazione commerciale''. Ma, accusa, si tratta di ''una riforma scomoda che non piace ai partiti che albergano nell'azienda e che non piace ai concorrenti che mal vedono una Rai piu' competitiva''.

Da Calabro' arriva pero' anche una stoccata alla Rai, che ''dovrebbe avere maggiore considerazione per la qualita' del suo servizio. Purtroppo arrestare il declino della tv pubblica e' una priorita' non percepita come tale''.

In un sistema ancora 'tele-centrico' – la tv resta al 90% il principale veicolo di informazione, il consumo e' in crescita e soprattutto, 'in un secolo in cui l'informazione e' potere', come dice Obama, ne rappresenta ''la forza di occupazione'' – e' centrale per l'apertura del mercato il 'beauty contest' delle frequenze del digitale terrestre. Le regole dell'Agcom, rivendica Calabro', ''hanno passato il vaglio della Commissione europea'', che ora sta esaminando il bando: ''solo in esito a tale esame'', avverte, l'Europa ''chiudera' la procedura d'infrazione contro l'Italia''.

Il ministero, assicura il titolare dello Sviluppo economico Paolo Romani, ''in settimana definira' gli ultimi aspetti marginali con Bruxelles sul disciplinare e subito dopo la chiusura con la Commissione Ue l'intenzione e' di procedere con l'avvio dell'iter, che consentira' l'ingresso di altri soggetti nel mondo delle frequenze tv''. Sul tema dice la sua anche il presidente della Camera Gianfranco Fini: ''In prospettiva, occorrera' porsi il problema della giusta valorizzazione pubblica delle risorse frequenziali televisive, attraverso un adeguamento economico dei canoni''. Il suggerimento piace al Pd Paolo Gentiloni: ''Lo Stato ha il dovere di valorizzare il bene pubblico frequenze''.

La Relazione fa anche il punto sull'editoria. ''Valorizzare i contenuti on line'' e' la ricetta anti-crisi suggerita da Calabro', alla luce del boom della raccolta pubblicitaria sul web (che sfiora il miliardo di euro) nella quale pero' e' Google a fare la parte del leone, con il 30-35% dei ricavi. Il presidente dell'Agcom chiede a gran voce anche la riforma del diritto d'autore, per adeguare la legge alle nuove tecnologie: ''Basterebbe una norma sola a consacrare a livello di legislazione primaria principi-guida equilibrati, praticabili e condivisi, con l'attribuzione a questa Autorita' di poteri d'intervento piu' definiti''. ''Bene farebbero governo e Parlamento a impegnarsi per mettere in campo un progetto organico di riforma del diritto d'autore, e dei diritti in generale, sulle reti di comunicazione elettronica'', concorda Fini. E plaude il presidente della Fieg Carlo Malinconico.

In chiusura, dopo le polemiche legate alle sanzioni in materia di par condicio varate per le amministrative, Calabro' ci tiene a rivendicare la terzieta' dell'Autorita': ''Abbiamo dimostrato in modo palmare la nostra indipendenza'', ''senza cedimenti di sorta'', garantendo ''anche chi oggi con supponenza afferma che l'Agcom 'e' lottizzata dai partiti'''.

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