Il Cervino si sgretola: ricercatori svizzeri spiegano il perché

Pubblicato il 16 Aprile 2012 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA

AOSTA – Il Monte Cervino, un colosso di 4478 metri d’altezza spartiacque tra l’Italia e la Svizzera, si sta sgretolando. Il fenomeno è stato evidenziato da una ricerca dell’Università di Zurigo che attribuiscono le frequenti frane e i crolli a mix di fattori micidiale: caldo, permafrost e acqua.

Gli effetti delle estati troppo calde sono stati rilevati dal 2007 fino a oggi grazie a una serie di sensori situati in 17 punti della vetta che monitorano costantemente la temperatura della roccia.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sul “Journal of Geophysical Research”. Tramite l’utilizzo del wi-fi e 17 stazioni, il Cervino è stato costantemente monitorato e in tempo reale è stato possibile vedere cosa accadeva sulla parete. Le conclusioni sono che oltre allo scioglimento del permafrost, da anni considerata una delle cause principali dei crolli, ci sono fenomeni statici più complessi, ad esempio il ciclo caldo-freddo.

In estate le rocce si dilatano e le numerose fratture si ridimensionano, ma con l’inverno e l’arrivo del gelo ricompaiono le fratture. L’acqua insinuatasi nelle crepe, torna a gelare aumentando di volume: l’effetto è come se venissero infilati tanti cunei che aggravano la dilatazione. Posta a questo stress la roccia diventa sempre più fragile e si sgretola.