Mtv non ci sta e sfida YouTube: 25 mila video musicali gratis su internet

Pubblicato il 2 Novembre 2009 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

Sono finiti i tempi in cui ci si sintonizzava sul canale Mtv, aspettando che venisse trasmesso il proprio video musicale preferito. Oggi infatti con internet, e soprattutto con YouTube, spettare non è più un problema, il video c’è sempre, spesso arricchito anche da backstage e contenuti extra.

Proprio per questo l’emittente Mtv, un canale dedicato soprattutto ai giovani, deve stare al passo coi tempi e non può permettere che un numero sempre più alto di utenti vada su internet alla ricerca del “video perduto”. Dal 16 novembre arriverà quindi Mtvmu­sic. com, un sito che renderà pubblica parte dell’archivio del­la rete: 16 mila video, che diven­teranno 25 mila entro fine an­no, tutto gratis e tutto a richie­sta.

“YouTube oggi è qualcosa di enorme, che contiene tutto. Noi crediamo che nel tempo si tra­sformerà nel riferimento assolu­to per la comunicazione tra per­sone e che in altri settori a fare da guida ci saranno piattafor­me, come la nostra per la musi­ca, specifiche e dedicate”, dice Antonio Campo Dall’Orto, vice­presidente di Mtv inter­national al Corriere della Sera.

Il confronto però è an­che sul terreno della legalità. Milioni di vi­deo su YouTube sono infatti piratati, mentre nel caso di Mtv tutto è in regola, con contratti firmati da tutte le case discografiche. “A noi interessa creare un mo­dello che sia sostenibile. Hulu (videoteca online di film e pro­grammi tv) ha circa 300 mi­lioni di utenti unici in un mese, YouTube ne fa miliardi. Però Hulu fa più ricavi”, semplifica Campo Dall’Orto.

Dopo i video che hanno ucciso le star della radio internet ucciderà le star dei video? “Per un paio d’anni le esclusive video sono andate tutte a my­space o altri siti. Pensavo che la partita per noi fosse persa. Ora torniamo noi ad averle. Negli ul­timi 5 anni, contrariamente a quanto si possa pensare, il con­sumo di tv dei ragazzi america­ni fra i 12 e i 24 anni è cresciuto. La tv ha un ruolo forte che va pe­rò reinterpretato. Le radio sono sopravvissute alla tv ripensan­dosi, lo stesso capiterà questa volta. E noi dovremo massimiz­zare sia un mezzo che l’altro, non si può più fare soltanto una cosa”, conclude Campo Dall’Orto.