Le mutande Bunga Bunga in vetrina a Roma

ROMA – Strano che nessuno ne parli. Eppure fanno bella mostra di sé nelle non poche vetrine di biancheria intima della catena Intimissimi, vetrine affacciate sulle principali vie delle città. A me è capitato di vederle verso le 11 di sera espsote in bell’evidenza in vetrina dalle parte di via Ottaviano a Roma: tra le altre, facevano spicca un paio di mutande a calzoncino, pardòn, un paio di boxer, com stampata proprio sul “pacco” la scritta “bunga bunga party” distribuita su tre rige.

Ogni riga una parola, in modo da coprire il “pacco” per intero, e ogni parola, come si vede dalle foto, una manciata di colori. Su entrambi i fianchi dei boxer e sul lato B qualche ometto assatanato che rincorre sbavando, con la lingua penzoloni, una donna in costume adamitico (ma trattandosi di una donna, non si dovrebbe dire in costume “evatico”?). La donna è di pelle scura: un chiaro riferimento a Ruby, l’eroina delle notti a base di bunga bunga del nostro attuale capo di governo, al secolo Silvio Berlusconi.

Due sere fa ho avuto ospiti a cena degli amici che tornavano alcuni dal Perù e altri dallo Zambia. Mi hanno raccontato un po’ depressi che anche gli indigeni locali quando hanno capito che erano italiani li hanno presi in giro proprio citando le imprese macho del Cavaliere. E ogni volta lo sfottò si concludeva con la frase: “Beh, in Italia siete proprio messi male!”. Che, detto da peruviani e zambiani, è davvero deprimente.

Al governo, del primo ministro Berlusconi, sostengono che non siamo messi male.  Beh, però siamo un po’ in mutande e non solo per la stagione di colpo molto calda. Per giunta, mutande bunga bunga…. Il signor primo ministro non ci sta facendo nel vasto mondo una bella pubblicità. O no?

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