Sempre più narcisisti patologici finiscono sul lettino dell’analista

Zaccaria ricorda che “tutti siamo un pò narcisisti, ma quando questa componente diventa troppo ingombrante, il problema si fa serio”. Un disagio che in una società come la nostra può avere mille facce: maniaci e maniche del ritocco estetico che si sottopongono a continue operazioni per avere un fisico perfetto, palestrati con il culto del corpo, persone alla continua ricerca di ribalta, tossicodipendenti. “Si tratta di persone di profonda solitudine – aggiunge Zaccaria – presi solo da se stessi e incapaci di dialogare. L’uso di stupefacenti, frequente in queste persone, nasce dalla convinzione di poter ‘curare’ o ‘risolvere’ soli i loro problemi. Si tratta di disturbi in cui sono particolarmente utili le psicoterapieI narcisisti patologici sono un esercito che cresce sempre di più. Le stime parlano di percentuali che vanno dall’1 al 4% della popolazione, ma per gli ‘addetti ai lavori’ si tratta di un dato sotto stimato. Questo disturbo della personalità, infatti, trova terreno favorevole in molti ‘vizi’ della nostra società, dal culto del corpo all’ossessione per la ribalta televisiva (o politica), dalla comunicazione che rimane virtuale e superficiale fino alla dipendenza dalle droghe spesso legata a questa disfunzione.

Eppure il narcisismo ‘malato’ come altri disturbi della personalità – paranoide, istrionico e dipendente – rischiano di sparire dall’elenco dei disturbi mentali riconosciuti. Nel 2013, infatti, sarà pubblicato il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm V, a cura dell’American Psychiatric Association), la ‘bibbia’ della psichiatria internazionale, in cui si vengono cancellati proprio questi disturbi.

Eppure, spiega la presidente dell’Ordine degli psicologi del Lazio, Marialori Zaccaria, che sul tema ha organizzato un incontro a Roma con esperti internazionali il 26 febbraio, “il narcisismo patologico è un disturbo molto diffuso, che può essere grave e avere ripercussioni importanti perchè, ad esempio, mina profondamente le relazioni familiari”.

Zaccaria ricorda che “tutti siamo un pò narcisisti, ma quando questa componente diventa troppo ingombrante, il problema si fa serio”. Un disagio che in una società come la nostra può avere mille facce: maniaci e maniche del ritocco estetico che si sottopongono a continue operazioni per avere un fisico perfetto, palestrati con il culto del corpo, persone alla continua ricerca di ribalta, tossicodipendenti. “Si tratta di persone di profonda solitudine – aggiunge Zaccaria – presi solo da se stessi e incapaci di dialogare. L’uso di stupefacenti, frequente in queste persone, nasce dalla convinzione di poter ‘curare’ o ‘risolvere’ soli i loro problemi. Si tratta di disturbi in cui sono particolarmente utili le psicoterapie”.

E c’è proprio questo, secondo la Zaccaria, alla base della cancellazione di queste patologie. “Si va sempre più verso la medicalizzazione dei disagi mentali, quindi si dà più peso alle malattie in cui è possibile l’uso dei farmaci”, spiega. Mentre la cancellazione dal manuale crea ricadute pratiche per i pazienti. “Eliminare questa patologia – spiega Zaccaria – significa, ad esempio, non riconoscere ai pazienti la possibilità di essere rimborsati da eventuali assicurazioni per la psicoterapia”.

Tenendo conto di questi dati la presidente degli psicologi del Lazio avanza il sospetto che dietro l’esclusione dal nuovo Dsm V di questi disturbi ci siano ragioni economiche. “La riscrittura di questo testo ha coinvolto 600 specialisti ed è costata circa 25 milioni di dollari – conclude Zaccaria – arrivati molto probabilmente da case farmaceutiche e assicurazioni, che hanno il loro tornaconto non rimborsando le psicoterapie. E così i narcisisti patologici diventano sani per forza”. Intanto negli Stati Uniti un gruppo di esperti ha già scritto un documento per contestare la decisione. Anche l’Ordine del Lazio, dopo la giornata di studio sul tema del 26 febbraio, promuoverà la stesura di un testo da far sottoscrivere alla comunità scientifica per mettere in chiaro le ragioni della contrarietà all’esclusione dal Dsm di disturbi della personalità.

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