Palinsesti, nodo Raitre. Decreto per nominare nuovi vertici?

Pubblicato il 12 Giugno 2011 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In viale Mazzini si prepara la macchina organizzativa Rai per l’approvazione dei palinsesti: il Consiglio di amministrazione è convocato per lunedì: i programmi saranno presentati agli inserzionisti pubblicitari della Sipra il 20 giugno.

Primo fra tutti c’è il nodo Raitre, quello che il consigliere in quota Pdl Antonio Verro ha definito “fortino del centrosinistra”.

Secondo quanto scrive il Corriere della Sera in un articolo di Paolo Conti, il direttore generale Lorenza Lei, ha già deciso tutto con i tre vicedirettori generali (Gianfranco Comanducci, Giancarlo Leone e Antonio Marano) e non vuole arretrare di una virgola la sua posizione.

Il panorama Raitre dovrebbe essere più o meno questo: «Ballarò» di Giovanni Floris, «Parla con me» di Serena Dandini, «Report» di Milena Gabanelli, «Che tempo che fa» di Fabio Fazio, «In mezz’ora » di Lucia Annunziata. E i

“I consiglieri in quota Pd (Nino Rizzo Nervo e Giorgio van Straten) che quello espresso dall’Udc (Rodolfo de Laurentiis) dovrebbero votare a favore dei palinsesti. E il centrodestra? Angelo Maria Petroni, consigliere indicato dal Tesoro, cioè l’azionista Rai, sarebbe orientato per il sì per non lasciare l’azienda senza una struttura di programmi. Non sfavorevole Giovanna Bianchi Clerici, della Lega («Sarò in cda, sembra che si sia più compatti su un voto positivo ai palinsesti.Probabile l’astensione di Antonio Verro, del Pdl, dopo le sue dichiarazioni al nostro giornale («senza cambiamenti su Raitre avrò molte perplessità» ). Più complesso prevedere le mosse di Alessio Gorla e Guglielmo Rositani, entrambi pdl (ma Rositani «interpreta» l’anima ex An, tanto per spiegare come sia complessa la realtà politica della Rai)”, scrive Conti.

Altro nodo importante è un decreto per nominare nuovi vertici che sembra sia allo studio in Rai: cambierebbero i criteri per le nomine “facendo decadere l’attuale e insediando una nuova governance capace di superare la fine della legislatura”, spiega il Corriere.