Cassano, Muamba, Morosini… ma i controlli medici?

Pubblicato il 15 Aprile 2012 - 16:30| Aggiornato il 16 Aprile 2012 OLTRE 6 MESI FA

PESCARA – Dopo la morte, quasi assurda, del giovanissimo calciatore Piermario Morosini, ci sono degli interrogativi che sorgono spontanei. Negli ultimi tempi Antonio Cassano ha avuto un ictus ischemico (29 anni), il calciatore Fabrice Muamba, centrocampista del Bolton di 24 anni, è stato salvato per un pelo dopo un infarto in campo e sabato 14 aprile Morosini (26 anni) è morto dopo un’attacco cardiaco durante Pescara-Livorno. Ma come è possibile?

E’ pensabile che dei giocatori così giovani, che praticano uno sport a livello stra-agonistico e quindi per questo sono tenuti sotto controllo medico ferreo (o almeno dovrebbero) possano rischiare di morire, o morire, per ictus e infarti? Il destino è destino, ok, ma come è possibile che il cuore di un ragazzo così giovane come Morosini era possa cedere durante una partita di calcio, se quel ragazzo è un giocatore professionista controllato più di una macchina? Dove sta l’ingranaggio inceppato? Sono i medici sportivi che non svolgono bene il loro mestiere e non vedono i rischi lì dove si corrono? Oppure li vedono e non dicono nulla per evitare di creare problemi alle società? Oppure è lo stile di vita dei giocatori all’esterno del campo che influisce e scardina tutti i controlli? Oppure, ancora, sono alcune sostanze non lecite che vengono date proprio dai medici ai giocatori per avere più resistenza a causare queste tragedie?