Pillola dei 5 giorni dopo: mozione Pdl-Pd per fermarla

ROMA – Il governo deve impegnarsi ''a fermare l'introduzione della pillola dei 5 giorni dopo''. E' questa una delle richieste contenute nella mozione bipartisan depositata oggi al Senato da Laura Bianconi (Pdl) e Claudio Gustavino (Pd), quali primi firmatari.

''Il via libera da parte del Consiglio superiore di sanità a questa pillola – spiegano in una nota – per la contraccezione d'emergenza è un ulteriore passo verso la trasformazione dell'aborto in contraccezione. Per questo motivo chiediamo al governo risposte certe, al fine di evitare che ciò accada''.

Secondo i due senatori è un farmaco potenzialmente in grado di provocare un aborto. ''Il test di gravidanza da esibire al momento dell'acquisto – continuano – dà esito positivo solo 8-9 giorni dopo la fecondazione, quando l'embrione si è già annidato nell'utero. Quindi se c'è stata fecondazione ma l'embrione non si è annidato, il test fatto entro il quinto giorno (così come indicato dal Css) sarà comunque negativo, anche se la gravidanza esiste e gli effetti del farmaco non sarebbero contraccettivi ma abortivi''.

La molecola alla base della pillola dei cinque giorni dopo ''appartiene allo stesso gruppo farmacologico della Ru486 – concludono – e il meccanismo d'azione è praticamente sovrapponibile. Le donne devono essere informate che questo non è un banale contraccettivo ma un potenziale farmaco abortivo che, se si deciderà di mettere in commercio, dovrà seguire le linee guida adottate per la Ru486''.

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