La sepoltura per gli embrioni e i feti abortiti prima delle venti settimane con l’ interruzione volontaria di gravidanza – prevista già con una legge della regione Lombardia – si applicherà anche agli aborti farmacologici compiuti mediante la pillola Ru486.
La legge regionale varata nel 2007 dalla Regione Lombardia, unica realtà in Italia per un provvedimento di questo tipo si applicherà dunque anche agli embrioni, non ancora feti, derivanti dagli aborti compiuti con la Ru486, ovvero realizzati entro le sette settimane.
Mentre nel resto d’Italia, infatti, un feto, per legge deve essere sepolto solo se ha raggiunto le 28 settimane di gestazione, spiega un comunicato diffuso dal circuito radiofonico CNRMedia, in Lombardia è previsto che anche un embrione di poche settimane debba seguire un iter diverso: la madre, se vuole, può richiederne il seppellimento in un cimitero.
“Il nostro regolamento non entra nel merito delle modalità dell’interruzione volontaria di gravidanza – spiega l’assessore alla sanità lombarda Luciano Bresciani – poichè prevede che tutti i prodotti del concepimento vengano avviati a sepoltura o cremazione, anche quando i genitori non lo richiedano espressamente. La procedura è dunque da intendersi per ora applicabile anche con l’interruzione non chirurgica”, ovvero che riguarda l’uso della pillola abortiva RU486.