Doping anche per i quadrupedi e, come accade per gli sportivi, serve a migliorare le loro “prestazioni”. Anche se, in questo caso, si tratta di farli crescere più in fretta e senza problemi per avviarli alla macellazione.
Ma quelle sostanze restano nella catena alimentare e arrivano all’organismo umano. A lanciare l’allarme è l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta che ha organizzato per domani a Torino il convegno sulla “Lotta al doping negli animali da reddito”.
Scopo dell’incontro è fare il punto alla lotta sempre aperta al doping bovino, cioé la somministrazione a scopi fraudolenti di ormoni e cortisonici agli animali di cui ci nutriamo e che rimangono veicolo di sostanze cancerogene che arrivano intatte al nostro organismo.
Nonostante la messa al bando da parte della Comunità Europea dell’uso di anabolizzanti, continuano a verificarsi degli illeciti, molto abili a sfuggire alle indagini diagnostiche: si stima, sostiene l’Istituto, che circa il 10% dei bovini europei venga trattato con qualche sostanza non consentita, ma soltanto pochi casi sono individuati.
L’ Istituto, considerato una eccellenza europea nella prevenzione delle epidemie e delle contraffazioni alimentari, ospita veterinari, biologi, e chimici per un aggiornamento sulla situazione del nostro Paese in merito alla presenza di residui indesiderati nelle produzioni animali, sulle strategie di controllo e sui rischi effettivi per l’uomo.