Colpisce a tutte le età, ma soprattutto le donne tra i 40 e i 60 anni, e ogni anno conta 18mila nuovi casi: è l’artrite reumatoide, “patologia ancora poco conosciuta, purtroppo considerata da molti di serie B, ma che è in realtà è da Champions League”. E’ quanto afferma alla vigilia del congresso europeo di reumatologia Eular 2010 Carlomaurizio Montecucco, direttore della clinica di reumatologia del Policlinico san Matteo di Pavia.
Nonostante siano 300mila gli italiani che convivono ogni giorno con questa la malattia che colpisce soprattutto le articolazioni, “in Italia mancano i reumatologi, e di conseguenza l’omogeneità della cura sul territorio nazionale” ha sottolineato Montecucco, spiegando che il Ministero ha previsto soltanto “39 posti in tutta Italia per gli specializzandi in reumatologia”.
A questo problema “va sommato quello della formazione degli specialisti e dell’aggiornamento continuo”, ha aggiunto Gianfranco Ferraccioli, direttore del dipartimento di reumatologia dell’Università Cattolica di Roma, per far sì che il reumatologo assista il paziente con artrite reumatoide in maniera completa, “anche da un punto di vista internista”.
Se non funziona tutta la filiera, hanno concluso gli esperti, tutta la rete viene messa in discussione, e “la tempestività della diagnosi, unico vero atto preventivo, viene bloccata, impiegando anche 24 mesi” prima di impostare la corretta terapia.