Sbronza del sabato sera: il cuore a rischio. Anche tra gli adolescenti

PARIGI, 30 AGO – Anche il cuore rischia di sballare con la sbornia del sabato sera, soprattutto quello di teenager e giovani dediti al ‘binge drinking’, l’ubriacatura che prevede il consumo di bevande alcoliche molto diverse e lontano dai pasti, concentrato in un brevissimo arco di tempo.

Il cuore e il sistema vascolare in generale, si sfianca a causa della dilatazione provocata dall’alcol. E’ nota da tempo la correlazione fra alcol e attacchi di fibrillazione atriale ma oggi i cardiologi si preoccupano per le future conseguenze sulla salute proprio di tanti giovani.

”Vediamo arrivare – ha spiegato Antonio Raviele, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’ospedale dell’Angelo di Mestre – giovani che dalla discoteca vengono portati direttamente in ospedale a causa di una crisi di fibrillazione atriale dopo una sbornia”.

La fibrillazione è la più diffusa aritmia cardiaca caratterizzata da un battito irregolare e a questa è stata dedicata un’ampia sessione del congresso europeo di cardiologi in corso a Parigi. I dati dell’ultimo rapporto del ministero della Salute sul consumo di alcol segnalano 470mila ragazzi con meno di 16 anni (18,5% dei ragazzi e 15,5% delle ragazze) che fa consumo di alcol.

Proprio la moda del binge drinking è diventata una pratica consueta fra il 21,6% degli uomini fra 18 e 24 anni e il 17,4% di quelli fra i 25 e i 44 anni. Ma è diffusa anche fra le donne tra i 18 e i 24 anni (7,9%).

L’alcol, ha precisato Raffaele De Caterina, ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Universita’ degli Studi D’Annunzio di Chieti, ”è un fattore scatenante della fibrillazione nelle persone predisposte”. Solo in Europa ne soffrono 8 milioni di persone.

La conseguenza più seria è l’aumento del rischio di ictus. Gli ictus in questi casi sono più gravi e invalidanti rispetto a quelli non legati a fibrillazione: il 24% delle morti subentra entro il mese successivo alla crisi, il 50% a un anno dall’ictus.

Al congresso sono stati presentati i risultati dello studio di fase 3 Aristotele che ha valutato l’utilizzo di un molecola anticoagulante, l’apixaban, in confronto con il warfarin nella prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica in oltre 18mila pazienti affetti da fibrillazione atriale e con almeno un fattore di rischio per ictus.

Apixaban riduce del 21% il rischio di ictus e di embolia sistemica, del 31% il rischio di sanguinamento maggio re e dell’11% la mortalità. Si stima che circa 3.500 morti potrebbero essere evitate in Europa ogni anno con l’uso di questo prodotto.

Al momento in nessun Paese apixaban è approvato per la prevenzione dell’ictus o dell’embolia sistemica nei pazienti con fibrillazione. Bristol-Myers, Squibb, Pfizer hanno recentemente annunciato la prima approvazione del farmaco nei 27 paesi dell’Unione Europea per la prevenzione del tromboembolismo venoso.

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