Il 25 agosto si celebra il duecentesimo anniversario di un contenitore di cibo che ha dominato la confezione degli alimentari e che non ha intenzione di cedere il passo: la scatola, o barattolo o lattina che dir si voglia. E finalmente mercoledi arriva il riconoscimento ufficiale della scatola che, afferma il Can Manifacturers Institute, tanta importanza ha avuto nel passato, ha nel presente ed avrà nel futuro.
La rivoluzione nell’impacchettamento degli alimentari comincia il 25 agosto del 1810, quando l’inglese Peter Durand ottenne il brevetto per conservare il cibo in vasi di latta. L’industria per la manifattura della lattina nacque in Inghilterra nel 1812, e fu portata negli Stati Uniti lo stesso anno da un altro inglese, Thomas Kensett. Kennett iniziò dapprima a confezionare il cibo in barattoli di vetro, ma ben presto passò allo stagno e ottenne il brevetto americano nel 1825.
Il cibo in scatola ha svolto un ruolo particolarmente importante nella storia degli Stati Uniti: come fornire da mangiare ai pionieri verso il West nella metà del 1840, ai soldati durante la guerra civile.
Le innovazioni nella manifattura della scatola negli scorsi 200 anni ha portato la sua produzione da 10 al giorno, a contenitori di alluminio e acciaio che vengono sfornati al ritmo di miliardi l’anno, con un giro d’affari di 14,9 miliardi di dollari l’anno. Anche il riciclaggio ha avuto un considerevole impatto economico negli Stati Uniti.
L’industria dell’acciaio ha cominciato a riciclare 150 anni fa, ma è stata l’introduzione della scatola di alluminio sul mercato nel 1957 che ha fatto diventare il riciclaggio l’impresa da miliardi di dollari che è adesso. Oggi, sia l’acciaio che l’alluminio possono essere riciclati senza fine, senza perdere qualità o robustezza.
La lattina è anche diventata eco-compatibile, grazie all’adozione di alluminio riciclabile. A New York il consumatore che la restituisce ha diritto a cinque centesimi di rimborso. E l’equivalente di un anno di lattine serve a illuminare Washington per 3,7 anni
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