Schettino, svolta mistica. Ai domiciliari prega e scrive

Francesco Schettino (LaPresse)

SORRENTO – Il conforto, ora, Francesco Schettino lo cerca nella preghiera. Il comandante della Costa Concordia, la nave naufragata lo scorso 13 gennaio sulle coste dell’Isola del Giglio agli arresti domiciliari nella sua casa di Meta di Sorrento incontra quasi ogni giorno parroco e vice parroco del Paese. Tutto, racconta il Corriere della Sera, per cercare di superare il dolore e i rimorsi per il naufragio che lo ha visto protagonista in negativo.

“Ho trovato un uomo addolorato per i morti di quella notte, in particolare per la bambina. Un uomo provato, ma valido, che affronta il dolore con forza”, dice al Corriere il viceparocco di Santa Maria del Lauro Don Francesco. A calmare in parte il comandante della Concordia sono state le parole della mamma di Denyse Arlotti, la bimba di 5 anni morta nel disastro. Lei, da mamma, al settimanale Oggi aveva lanciato un messaggio di umana comprensione: “Non odio Schettino. Anche lui è padre e sono convinta che sappia come si sentirebbe se succedesse qualcosa di irreparabile a sua figlia”.

Così Schettino trova sollievo nel mistico e nei libri che gli arrivano da Don Francesco, libri di cui il religioso non vuole dare i titoli. “Troppi giornalisti provenienti da ogni dove” la sua motivazione. Non sa Don Francesco, e non è suo compito saperlo, che i libri molto difficilmente fanno titolo sui giornali.

Sempre a proposito di libri nel tempo libero Schettino scrive molto. Di offerte per la pubblicazione per un suo eventuali libri di memorie però non ne sono ancora arrivati. E a chi glielo chiede Schettino risponde con un “magari”. Perché di un libro di memorie ben pagato il comandante avrebbe bisogno, se non altro per pagare gli avvocati. Noi, invece, ne facciamo volentieri a meno.

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