Ci sono due modi con cui i giornalisti protestano, molto diversi tra loro, lo sciopero e le notizie. I due approcci costituiscono una delle differenze tra nord e sud, tra mondo mediterraneo e europa del nord.
I giornalisti italiani amano le giornate del silenzio, che se hanno ottenuto un risultato in questi anni è stato quello di confermare nel pubblico la convinzione che dei giornali si può fare a meno, tanto c’è la tv, che in nome del servizio pubblico produce i notiziari migliori, scarni ed essenziali.
Trascinati dalla crisi che ha bruscamente svegliato la Grecia da un sogno di ricchezza, anche i giornalisti greci si sono uniti alle proteste contro l’austerity con uno sciopero di 48 ore che oscurerà sino a domenica mattina stampa scritta, tv e notiziari internet.
In questi due giorni può succedere di tutto, nessuno lo verrà a sapere. Siamo sicuri che questa sia la missione dei giornalisti?
Intanto la Grecia è nei guai. Venerdì si fermano di nuovo parzialmente tutti i trasporti urbani e ferroviari per quattro ore dalla mezza giornata, dopo lo sciopero di 24 ore di giovedì, e la prossima settimana dovrebbe essere di nuovo un calvario. Venerdì si astengono dal lavoro anche i medici ospedalieri dell’Attica, mentre il movimento studentesco ha convocato una manifestazione per il pomeriggio nel centro di Atene.