ROMA – Nasce al Senato un gruppo bipartisan di sostegno all'omeopatia che si propone di mettere fine alla ''discriminazione'' con i farmaci tradizionali. Tra i firmatari della mozione che ha dato vita al gruppo figura Francesco Rutelli (API), Fabio Rizzi, Capogruppo Lega Nord in Commissione Sanità, Mario Baldassarri di Fli, Laura Bianconi del Pdl, Mariapia Garavaglia del PD ed Helga Thaler Ausserhofer dell' Unione Valdotaine. La mozione si propone di richiamare l' attenzione sui ritardi nell'applicazione della normativa europea sulla materia.
La direttiva europea sui farmaci – si ricorda – recepita dall'Italia con decreto legislativo 219/2006 armonizza il mercato farmaceutico in tutta l'UE. Nonostante pero' siano trascorsi cinque anni dal recepimento della direttiva, manca ancora in Italia la concreta attuazione degli articoli riferiti ai medicinali omeopatici e permangono anomalie che danneggiano il mercato, l'industria ed i pazienti italiani.
Cristiana Muscardini, europarlamentare del Pdl, che in una interrogazione presentata alla Commissione europea a marzo 2010 chiedeva un'accelerazione del processo di armonizzazione delle regole, commenta positivamente la notizia di questi giorni della creazione del 'gruppo dell'omeopatia'. Infatti, senatori di tutti gli schieramenti hanno sottolineato la discriminazione esistente in Italia tra farmaci tradizionali e omeopatici.
''All'interrogazione – ricorda Muscardini – il commissario John Dalli rispose che la Commissione avrebbe riesaminato la situazione per verificare se l'Italia avesse applicato correttamente le norme in questione e in particolare la procedura semplificata di registrazione per i medicinali omeopatici. Fa piacere sapere – prosegue – che finalmente anche la politica italiana stia prendendo in seria considerazione la necessita' espressa dall'Europa, stupisce, pero', il fatto che persista l'impossibilita' per gli italiani di poter scegliere il modo in cui curarsi, dato che l'Agenzia per il farmaco continua a ignorare il regolamento europeo, richiedendo requisiti aggiuntivi per la commercializzazione dei prodotti omeopatici e creando seri ostacoli a un settore che e' il terzo in Europa, con milioni di cittadini che ne fanno abitualmente uso e un fatturato di circa 300 milioni di euro''.
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