ROMA – ”Piace certamente il Monti ‘tedesco’ ed è certamente apprezzabile l’affermazione sulla giusta ineliminabilità totale dei contributi per l’editoria che sono il lievito di una informazione pluralistica e della coesistenza di correnti culturali e politiche utili per il Paese”.
Non sfugge neanche “l’ineludibilità del problema delle scelte” a proposito delle ristrettezze finanziarie e del necessario rigore distributivo. A questo punto diventano urgenti, pero’, atti di Governo che diano respiro a decine di testate, oggi avviate alla sospensione delle pubblicazioni”. E’ il monito di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa.
Incontrando i colleghi di Liberazione, in stato di agitazione e occupazione dopo i tagli all’editoria e il conseguente stato di crisi dichiarato dall’azienda, Siddi ha citato appunto gli esempi di ”Liberazione, La Cronaca di Piacenza e Cremona, Bari Sera (per citare i casi di massima emergenza in queste ore) che, prima ancora di fare i conti con eventuali nuove regole, debbono misurarsi con i vuoti di cassa e con i tagli di contributi pubblici drasticamente effettuati dal precedente Governo e sin qui confermati”.
La Fnsi, ha ricordato il segretario, ”chiede, da sempre, regole per contributi a giornali veri, con giornalisti veri, che tengano conto innanzitutto dell’occupazione giornalistica, fonte primaria della realizzazione di qualsiasi giornale che possa essere abilitato al sostegno pubblico. Le difficoltà dei conti dello Stato sono note, ma è possibile sicuramente riordinarli rivedendo il criterio dei tagli lineari del precedente Governo e ricercando risorse aggiuntive, indispensabili, che non intacchino l’attuale quadro dei conti pubblici.
La Fnsi ha indicato tre proposte e altre potranno essere utilmente ricercate per dotare il Fondo editoria di risorse adeguate a sostenere il pluralismo dell’informazione, occupazione regolare e qualificata e sviluppo: un piccolo prelievo sugli utili delle Fondazioni bancarie da destinare a finalita’ culturali; una tassazione dell’1% sulla pubblicità televisiva, anche a parziale ristoro dell’attuale squilibrio di mercato; l’asta delle frequenze da cui ricavare una porzione di risorse per dare, unendo queste tre leve e il residuo del fondo esistente, una consistenza adeguata alla dotazione indispensabile perche’, nella fase di transizione al nuovo modello di interventi, nessuna testata sia costretta, frattanto, a chiudere”.
”Sul piano dell’emergenza, infine, c’e’ la necessita’ di trovare formule amministrative idonee affinche’ i giornali che ancora non hanno potuto ottenere il via libera all’erogazione dei contributi maturati per l’esercizio 2010 possano ricevere affidamenti indispensabili perche’ non venga chiuso dal primo gennaio il rubinetto del credito, circostanza che porterebbe oltre trenta testate alla sospensione immediata dell’attivita’ . Ecco perche’ – ha concluso Siddi – un Monti ‘tedesco’ puo’ essere efficace”.