Sindacati annunciano: “A gennaio referendum per dimissioni vertice Rai”

Pubblicato il 22 Dicembre 2011 - 20:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 22 DIC – A gennaio ”un referendum tra i lavoratori per richiedere le dimissioni dei vertici Rai, cosi’ come hanno fatto i giornalisti nella precedente gestione”: e’ l’iniziativa annunciata da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal, che definiscono ”pienamente riuscito” lo sciopero di oggi del personale non giornalistico contro ”il progetto di smantellamento deliberato dal consiglio di amministrazione su proposta del direttore generale, Lorenza Lei”.

Sull’agitazione di oggi ”ancora non c’e’ un dato definitivo – spiegano i sindacati in una nota – perche’ la protesta andra’ avanti sino al termine delle 24 ore: infatti, saranno interessate dalla protesta tutte le trasmissioni serali. Risulta pero’ gia’ evidente che l’adesione e’ stata assolutamente massiccia, con punte quasi del 100% su settori fondamentali, esclusi i servizi minimi, con il conseguente fermo di tutte le trasmissioni in diretta, la messa in onda in formato ridotto dei telegiornali e modifica della programmazione di tutte le reti”.

Per lanciare il referendum, ”l’11 gennaio si svolgera’ un coordinamento nazionale di tutti i rappresentanti sindacali dei lavoratori Rai d’Italia; successivamente, nel pomeriggio, si svolgera’ un presidio sotto la sede Rai di Via Teulada, per manifestare e per condividere con i lavoratori il percorso”. La documentazione, una volta raccolta, ”sara’ consegnata all’azionista ministero del Tesoro”.

Per fine gennaio o inizi febbraio i sindacati annunciano ancora ”una grande iniziativa pubblica in cui espliciteranno le loro proposte per il risanamento ed il rilancio della Rai bene comune”. Se l’azienda ”dovesse proseguire con suoi propositi”, le organizzazioni ”valuteranno quali ulteriori iniziative di lotta e mobilitazione mettere in campo, senza escludere la possibilita’ di procedere per vie legali contro coloro che hanno prodotto il dissesto del servizio pubblico”.