Sky: dall’Antitrust ok all’accesso di terzi alla sua piattaforma. Ora si attende lo sbarco sul digitale

Sky Italia ha incassato l’ok dell’Antitrust agli impegni presentati per garantire l’accesso di soggetti terzi alla sua piattaforma tecnica (decisione che ha chiuso l’istruttoria dell’Autorità per abuso di posizione dominante a carico della tv satellitare) e intanto attende per il 20 luglio il verdetto della Commissione europea sulla richiesta di anticipare il suo sbarco sul digitale terrestre.

A Bruxelles si annuncia battaglia sul via libera condizionato proposto dal commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia. Contro tale soluzione sarebbe schierati, oltre al vicepresidente Antonio Tajani, anche il collega maltese John Dalli (Sanità), il tedesco Guenther Ottinger (Energia) e il romeno Dacian Ciolos (Agricoltura).

Decisamente favorevoli al sì a Sky sarebbero invece il vicepresidente responsabile per la politica estera, la baronessa inglese Catherine Ashton, la commissaria per l’Agenda digitale, l’olandese Neelie Kroes, e l’irlandese Maire Geoghegan-Quinn, titolare del portafoglio Ricerca-Innovazione.

Salvo colpi di scena, sul tavolo dell’esecutivo Ue arriverà la proposta di accogliere, a determinate condizioni, la richiesta di News Corp di partecipare alla prossima gara per l’assegnazione di nuove frequenze sul digitale terrestre, superando così il divieto (imposto da Bruxelles nel 2003, all’atto della nascita di Sky) di entrare nel mercato del Dtt prima della fine del 2011.

I servizi antitrust di Bruxelles sono giunti alla conclusione che non solo sono mutate le condizioni di mercato, ma che la gara per la concessione delle nuove frequenze rappresenta sostanzialmente una “circostanza eccezionale”, cioé un’opportunità da non perdere, per accrescere la concorrenza nel settore del digitale terrestre.

La proposta di Almunia prevede che Sky, se riuscirà ad ottenere le frequenze, le utilizzi però solo per trasmettere programmi in chiaro, in modo da non rafforzare la sua posizione sul mercato della pay-tv. Dovrebbero essere invece ulteriormente prorogati gli altri paletti fissati nel 2003.

Il fronte del “no” all’ingresso anticipato di Sky sul digitale terrestre contesta l’esistenza delle circostanze eccezionali e degli importanti cambiamenti nel mercato necessari per modificare la decisione del 2003. E sottolinea l’impatto negativo che la presenza della tv di Rupert Murdoch potrebbe avere sull’accesso al mercato di operatori minori, nonché i dubbi espressi dalle autorità regolatrici italiane e dagli altri operatori.

Sul controverso dossier non si esclude che, in queste ore, possano esserci interventi ai massimi livelli politici che potrebbero anche portare a un improvviso slittamento della decisione, ipotesi sulla quale però Almunia non sarebbe intenzionato a cedere.

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