Stress da lavoro? Combatterlo aumenta la produttività del 27%

ROMA – Combattere lo stress da lavoro correlato incide favorevolmente sul livello di benessere psicologico del lavoratore e al tempo stesso abbassa la soglia di assenteismo, con conseguente rilancio della produttivita' del 27% e del gradimento dei clienti.

E' quanto emerge da uno studio pilota realizzato dalla Fiaso, che ha analizzato come si modifica il livello di 'benessere organizzativo' in una serie di Asl che hanno avviato, come prevede il decreto ad hoc entrato in vigore da gennaio, programmi di riduzione dei fattori di stress da lavoro sotto tutti gli aspetti, da quello motivazionale a quello ambientale e di attenzione ai problemi sociali e familiari.

I risultati sono sorprendenti: far lavorare i propri dipendenti in un clima piu' favorevole paga, visto che il numero di ''stressati'' in ufficio o in corsia e' sceso ben al di sotto della soglia del 10%, contro un buon 25% di partenza. Che e' poi la media europea dei lavoratori colpiti da quella sindrome da stress correlato al lavoro che alle economie dei Paesi UE costa ben 20 miliardi di euro l'anno, tra calo della produttivita' e il 60% di tutte le giornate di malattia riscontrate nei luoghi di lavoro.

Piu' in generale, in una scala da 1 a 5, dalla ricerca emerge che ad influenzare maggiormente lo stato di benessere sul lavoro ci sono i valori legati alle capacita' lavorative, come l'abilita' (4,26) e la capacita' di utilizzare risorse proprie (4,20). Mentre il fattore di disagio lavorativo per eccellenza e' rappresentato dagli eccessivi carichi di lavoro (3,57).

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