Tbc: italiani più a rischio degli immigrati

ROMA, 6 OTT – Approdano sulle coste italiane stremati dal viaggio e spesso in condizioni di salute non buone. Eppure, a discapito dei luoghi comuni, le malattie infettive, cosi' come le altre patologie, risultano meno comuni nei migranti che nella popolazione italiana.

A evidenziare questo aspetto sono gli esperti riuniti in occasione del congresso della Societa' Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), in corso di svolgimento fino all'8 ottobre all'Arsenale Porto della Maddalena. Stando ai dati piu' recenti, infatti, si scopre che sui migranti sbarcati a Lampedusa da marzo a settembre, su 24.000 persone solo 7 sono risultate positive alla Tbc.

In sintesi, spiegano gli esperti, gli immigrati non portano malattie e non contagiano quasi mai i nostri connazionali. Anzi, alcune volte puo' esser vero il contrario. Anche se ogni anno, sui circa tre milioni e mezzo di immigrati presenti in Italia, ne vengono ricoverati oltre 500.000: in tre casi su quattro si tratta di un problema acuto come un trauma, una malattia cardiaca o respiratoria o il parto nel caso delle donne.

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