Terremoto a L’Aquila: 16 mila candele a Pasquetta per la “notte della memoria”

Pubblicato il 4 Aprile 2010 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

Sono oltre 16 mila le persone che hanno aderito da tutta Italia al gruppo aperto su Facebook ‘Una candela per L’Aquila’.

Tramite il social network ci si sta organizzando per incontrarsi nel capoluogo abruzzese, presso la Fontana Luminosa, lunedì di pasquetta alle ore 22.30 e accendere una candela, un cero, una torcia, una luce per partecipare alla ‘Notte della Memoria’, in ricordo delle vittime del terremoto di un anno fa. Molti lo faranno anche se non saranno fisicamente in città.

Per il 6 è stata anche proclamata dall’amministrazione comunale una giornata di lutto cittadino. Sono previste fiaccolate, concerti, incontri culturali. Il silenzio scenderà sul capoluogo abruzzese già dal pomeriggio del lunedì di Pasquetta, quando partiranno quattro staffette da alcuni paesi del circondario per raggiungere piazza Duomo dove, alle 21.30, ci sarà un consiglio comunale straordinario.

Alle 22 partiranno fiaccolate da quattro quartieri, con convergenza alla Fontana Luminosa e prosecuzione per alcune strade della zona rossa fino ad arrivare alle 3 a piazza Duomo dove alle 3.32 ci sarà la lettura dei nomi di tutte le vittime, scandita da rintocchi di campana. Contemporaneamente saranno accese luci in tutta la zona rossa. Alla stessa ora si concluderà la maratona di dodici ore di spettacoli, promossa dal Teatro Zeta, in località Acquasanta. Alle 4 messa solenne nella basilica di Collemaggio. Le celebrazioni riprenderanno al mattino con la posa di una corona di fiori in piazza 6 aprile, nella caserma di Coppito.

Nel pomeriggio si tornerà nel centro storico: alle 15 le famiglie aquilane realizzeranno una “corona umana” per le vie agibili del centro e verranno liberati in aria dei palloncini. Alle 17.30 la chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta delle Anime Sante, ospiterà una celebrazione straordinaria del Consiglio regionale, con la partecipazione dell’arcivescovo Giuseppe Molinari.

Un anno fa
A lle 3.32 del 6 aprile 2009 la terra trema e una violenta scossa di terremoto di 5,8 gradi della scala Richter in pochi minuti getta panico e disperazione sugli abitanti dell’Aquila. Il bilancio è pesante: più di trecento vittime, 1.600 i feriti, decine di migliaia gli sfollati, ingenti danni nel centro storico della città e in molti paesi vicini. Tra questi Onna, che, rasa completamente al suolo, diventa presto il simbolo della tragedia.

All’indomani del sisma gli italiani partecipano al dolore delle famiglie abruzzesi e seguono passo passo le operazioni di soccorso. La macchina degli aiuti si attiva nelle ore immediatamente successive alla scossa: arrivano volontari, vigili del fuoco e uomini della Protezione civile che riescono ad estrarre vive dalle macerie, tra gli altri, Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Medicina, salvata dopo 23 ore; Eleonora Calesini, 21 anni, di Mondaino, dopo 42 ore; Maria D’Antuono, 98 anni, di Tempera, viene trovata viva dopo 30 ore.

I feriti vengono ricoverati negli ospedali di Avezzano, Pescara, Chieti, Ancona, Roma, Rieti, Foligno e Terni. Non ce la fanno invece centinaia di persone fra cui Lorenzo Sebastiani, giovane rugbysta dell’Aquila Rugby, Lorenzo Cini, pallavolista in serie B, Giuseppe Chiavaroli, calciatore di eccellenza, quasi l’intera famiglia del capo della redazione dell’Aquila del quotidiano “il Centro”, Giustino Parisse, che, nel crollo della casa di famiglia, proprio a Onna, perde i due figli, Domenico e Maria Paola, e il padre.

Dopo pochi giorni, l’11 aprile non risultano più dispersi e si smette di scavare. Il giorno successivo la messa di Pasqua viene celebrata nelle tendopoli d’Abruzzo. All’Aquila sono presenti sia Gianfranco Fini sia il premier Silvio Berlusconi che assicura agli sfollati: «Presto sarete fuori dalle tende». In vista della ricostruzione scattano le prime verifiche sugli immobili: il 30% degli edifici risulta inagibile, il 50% agibile e il 20% agibile con interventi. Ma, a una settimana dal terremoto che ha messo in ginocchio l’Abruzzo, la prima emergenza è il freddo, l’inverno rigido che tocca i 3 gradi, la pioggia e il vento che si accaniscono sugli sfollati

Dopo dodici mesi, polemiche e strascichi giudiziari, la macchina governativa degli aiuti lascia, al momento, ancora 2.455 persone negli alberghi, 622 negli appartamenti delle delegazioni G8 nella scuola della Guardia di Finanza e 146 nella Caserma Campomizzi restaurata. Il sindaco Massimo Cialente ha dichiarato che molto è stato fatto, ma la “tragedia è stata pesante e siamo ancora in piena emergenza”

Giancarlo Usai e Viola Contursi