Il dolore si presenta fin dall’esordio del tumore al seno nel 37% delle pazienti: eppure solo il 45,7% di queste segue una terapia specifica, che nella maggior parte dei casi (74%) non risulta efficace. I dati emergono da una ricerca promossa da O.N.Da (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) in collaborazione con il centro studi Mundipharma, su un campione di 805 pazienti con tumore alla mammella in cura in 49 reparti di oncologia italiani.
Ma come viene gestito il dolore dal punto di vista farmacologico? Nel primo stadio della malattia, secondo l’indagine, risulta molto alta la percentuale di utilizzo dei Fans (57,1%), di contro all’impiego di oppioidi deboli (33,3%) e forti (9,5%), nonostante nella maggior parte dei casi l’intensità del dolore sia pari a 6 e richiederebbe, secondo le linee guida, un trattamento con farmaci oppiacei. L’indagine ha analizzato l’incidenza del dolore nei vari stadi della malattia (metastatico e non), l’efficacia dei trattamenti e l’impatto che la sofferenza fisica ha sulla qualità di vita.
“I dati evidenziano ancora una volta una scarsa conoscenza e un ridotto impiego degli oppioidi, soprattutto nella fase iniziale, contravvenendo a quanto stabilito dalle linee guida internazionali Oms-Esmo-Eapc”, ha spiegato Marina Garassino, ricercatrice oncologa del Fatebenefratelli di Milano, “che indicano questa categoria di medicinali come farmaci di elezione nel trattamento del dolore moderato e intenso”.
Indipendentemente dallo stadio della malattia, l’indagine evidenzia come la sofferenza fisica provocata dal tumore sia tale da influenzare la psiche e le attività quotidiane: il 34,7% delle intervistate dichiara che il dolore condiziona abbastanza lo svolgimento delle consuete faccende domestiche e nel 26,6% la vita lavorativa, mentre nel 35,6 incide sulla qualità del sonno e nel 32,4 sull’umore.
“Per noi pazienti il dolore da semplice sintomo si trasforma in una presenza costante e fortemente invalidante nella vita di tutti i giorni”, ha sottolineato Adriana Ciuffreda, paziente e dermatologa, “uno sgradevole compagno che mina la condizione psico-fisica”. Per Francesca Merzagora, presidente di O.N.Da “il binomio donne e dolore fisico sembra quasi inscindibile e ancora troppo spesso si riscontra nel quotidiano dell’universo femminile. Una presenza costante che non risparmia le pazienti con tumore al seno, già duramente provate sul piano fisico e psicologico dalla malattia”. E ha aggiunto: “Finalmente anche in Italia una legge, quella sulla terapia del dolore e le cure palliative sancisce il diritto a non soffrire garantendo l’accesso all’assistenza e l’appropriatezza delle cure antalgiche”.
Dall’indagine emerge che la presa in carico delle pazienti da parte degli oncologi avviene solo in una fase molto avanzata della malattia (84,6% dei casi) mentre nello stadio iniziale il ruolo dello specialista come prescrittore della terapia del dolore si riduce a 39,3%.
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