Tumore alla prostata, il test del Psa predice il rischio per 30 anni

CHICAGO, 4 GIU – Il test del Psa per la prevenzione del tumore alla prostata, ovvero l'esame del sangue che misura la presenza dell'antigene prostatico, se effettuato negli uomini della fascia di eta' 44-50 anni puo' ''accuratamente predire il rischio che un uomo muoia di cancro alla prostata o sviluppi forme metastatiche di tale tumore nell'arco dei successivi 30 anni''. Lo rivela uno studio condotto dal Memorial Sloan-Kattering Cancer Center di New York, presentato al Congresso della Societa' americana di oncologia (Asco) in corso a Chicago. Secondo gli autori dello studio (effettuato esaminando i livelli di Psa nei campioni di sangue di 12.090 uomini svedesi tra il 1974 e il 1986, piu' altri 4.999 campioni ripetuti sei anni dopo) sulla base del risultato del test del Psa iniziale negli uomini in tale fascia di eta', sarebbe successivamente sufficiente per il 50% degli uomini eseguire un totale di soli tre test del Psa nell'arco della vita. Lo studio ha infatti dimostrato che il 44% dei decessi per cancro alla prostata e' avvenuto in uomini che all'eta' di 44-50 anni presentavano il livello massimo del 10% di Psa. Dunque, affermano i ricercatori, ''circa la meta' delle morti per questo tipo di cancro potrebbe essere prevenuta attraverso la sorveglianza stretta di questo gruppo di uomini a piu' alto rischio''. Gli uomini che, invece, nella stessa fascia di eta' presentavano bassi livelli di Psa, precisano gli esperti Usa, ''sono a basso rischio di sviluppare cancro alla prostata negli anni successivi, e per loro potrebbero essere sufficienti tre soli test nell'arco della vita''. Questi risultati potrebbero dunque avere implicazioni importanti nella scelta di quali pazienti indirizzare verso controlli piu' frequenti: ''Un simile scenario – commentano i ricercatori – permetterebbe infatti di evitare un eccesso di prescrizioni di test di Psa per una larga quota di uomini che risultano essere, in realta', a basso rischio''.

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