Reumatismi, mal di schiena, cataratte: la tuta che simula la vecchiaia

ROMA – Esiste un modo per provare, toccare con mano, quel che saremo quando avremo trent’anni in più, o anche quaranta, o cinquanta. Si può, grazie a una tuta, chiamata Agnes, elaborata dai laboratori del Mit. Agnes è un acronimo che sta per Age Gain Now Empathy System, ovvero sistema empatico di invecchiamento immediato, e una giornalista dell’Huffington Post, Cara Santa Maria che tiene una delle rubriche tecnologiche del quotidiano online, ha incontrato il professor Joseph Coughlin e la sua assistente Angelina Jennis per provare la Agnes in strada, a New York.

La tuta consiste in una armatura che appesantisce il fisico, e dei lacci che da essa partono e si legano al casco così come alle braccia: obiettivo, quello di impedire il libero movimento degli arti e simulare “la compressione della spina dorsale”, così da creare quell’effetto gobba che “si vede in molti anziani”.

Le scarpe hanno della schiuma sulla pianta, così da simulare “la degradazione dell’orecchio interno” corrispondente ad un più difficile equilibrio. Ci sono dei guanti che rendono più difficile la presa fine degli oggetti. Aprire le scatole di medicine, ed altri adempimenti quotidiani particolarmente comuni fra gli anziani; inoltre, degli occhiali gialli simulano “la perdita di vista” per gli oggetti che non siano bianchi o neri.

Con la tuta si trovano difficoltà anche a guardare le luci dell’ascensore, e a camminare per strada. Sugli scalini della metropolitana scivola e “per la prima volta nella sua vita deve tenersi al corrimano”. Non riesce a vedere se c’è qualcuno dietro, perché la tuta la costringe a girare l’intero corpo, e non solo la testa. Gli occhiali non le permettono di leggere bene i cartelli stradali. Insomma, con la Agnes addosso, si invecchia in un secondo, “possiamo farvi diventare da trentenni ad ottantenni”, dice il professor Coughlin.

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