Tutti pazzi per la lingua italiana

Tutto il mondo ha una passione per la lingua italiana: lo rivela uno studio della Fondazione Rosselli, realizzato per il Corriere della Sera, che porta con sé buone notizie sull’immagine internazionale dell’Italia; l’Italiano è al quinto posto nella classifica degli idiomi più richiesti dagli studenti

Tutto il mondo ha una passione per la lingua italiana. Lo rivela uno studio della Fondazione Rosselli, realizzato per il Corriere della Sera, che porta con sé buone notizie sull’immagine internazionale dell’Italia.

L’Italiano  è al quinto posto nella classifica degli idiomi più richiesti dagli studenti. Il che non corrisponde, naturalmente, alla diffusione reale (colossi come il cinese o l’hindi viaggiano nell’ordine inarrivabile delle centinaia di milioni di parlanti). Ma se si considera  il numero di coloro che hanno deciso di leggere Dante o Pirandello nell’originale, oppure per passione personale si sono iscritti a corsi, ecco che l’onda lunga di cultura, cucina, artigianato, ci porta in alto: seguiamo a distanza ovviamente l’inglese, lo spagnolo, il tedesco e il francese.

Da qui la necessità di consolidare una rete adeguata di Istituti di cultura all’estero.

Ma la Fondazione Rosselli fotografa una situazione ambivalente: da un lato crescenti successi promozionali, oltre all’aumento degli studenti; dall’altro ritardi strutturali e, ancor più, mancate riforme. Lo studio mette in evidenza le crescenti richieste di chi vuole imparare l’italiano: 7mila sono i corsi venduti dagli Istituti durante il 2007.

Tuttavia, se si analizza la rete globale degli 89 istituti, salta agli occhi una distorsione geografica. La maggioranza dei centri culturali (54%) è concentrata in Europa, in particolare in Germania. Pochissimi gli istituti nelle Americhe o in Africa. Crescono, insomma, le aspettative ma l’organizzazione non è all’altezza.

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