Usa, il “pressing” contro l’obesità funziona e cala tra i bimbi. E’ l’effetto Michelle Obama

Pubblicato il 16 Agosto 2011 - 18:13 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Segnali positivi sul fronte della lotta contro l’obesità infantile negli Stati Uniti. Le campagne di informazione sui rischi dell’epidemia di chili di troppo – messaggi che si sono moltiplicati negli ultimi anni anche grazie all’impegno della first lady Michelle Obama, con il suo orto della salute coltivato personalmente nei giardini della Casa Bianca – sembrano dare i primi risultati: uno studio nazionale, pubblicato sulla rivista ‘Childhood Obesity’, registra infatti un calo generale dell’indice di massa corporea (Bmi) dei piccoli americani. La ricerca è stata condotta dall’Healthy Study Group, un team composto da scienziati di varie università d’Oltreoceano.

Gli studiosi hanno testato gli effetti delle strategie pubbliche di intervento nelle scuole dal sesto all’ottavo grado (la cosiddetta ‘middle school’). Metà degli istituti partecipanti non hanno adottato alcun approccio ‘anti-grasso’ (gruppo di controllo), mentre l’altra metà ha promosso programmi di educazione alimentare, sport e correzioni dello stile di vita. A sorpresa, gli autori hanno osservato negli alunni di entrambi i gruppi un calo molto simile del Bmi: -4% e oltre dall’inizio alla fine del percorso scolastico. In altre parole, dimagrivano non solo i ragazzini che a scuola dovevano seguire programmi salutistici ad hoc, ma anche gli altri. Il che autorizza a pensare a una ‘presa di coscienza’ collettiva, non solo a scuola ma anche in famiglia, dell’importanza di tenere sotto controllo l’ago della bilancia.