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In Africa la lingua madre che originò tutte le seimila lingue del mondo

di Maria Elena Perrero |15 Aprile 2011 21:38

NEW YORK – Le circa seimila lingue esistenti attualmente nel mondo discendono da una sola lingua parlata in Africa tra i 50 e i 70mila anni fa. Lo sostiene uno studio dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, pubblicato sulla rivista americana Science.

Guidato dallo psicologo specialista dell’evoluzione Quentin Atkinson, lo studio sostiene che tutto è successo quando i primi migranti africani hanno iniziato a girare per il mondo, portando con loro ”la madre di tutte le lingue madri”.

Circa 50mila anni or sono, l’atteggiamento dell’uomo si è improvvisamente modificato: sono apparse le prime grotte affrescate ed i primi artefatti in osso, con il parallelo sviluppo di utensili più sofisticati. Secondo alcuni paleontologi, ciò è successo grazie ad un’innovazione di spicco: l’apparire di un linguaggio complesso, che ha permesso il pensiero astratto. E la teoria di Atkinson sembra confermarlo.

Lo psicologo neozelandese ha studiato i fonemi – cioè l’unità fonica più elementare del linguaggio parlato – in diverse lingue attuali, oltre 500 in tutto, scoprendo che i dialetti che ne comportano il maggior numero si trovano in Africa.

Se ci spostiamo invece in Sudamerica o nelle isole tropicali del Pacifico, troviamo parole che utilizzano pochissimi fonemi. Ciò rafforzerebbe la tesi in base alla quali più il gruppo si allarga, più le strutture tendono a semplificarsi, in quanto vengono condivise da un numero sempre maggiore di persone.

La teoria di Atkinson – scrive il Wall Street Journal che alla tesi dedica un lungo articolo – piace a molti esperti, perché sembra confermare la cosiddetta tesi dell’ ‘Out of Africa’, è cioè che la civiltà in tutti i suoi aspetti sarebbe nata in Africa prima di espandersi su tutti e cinque i continenti.

Ma non tutti sono convinti dalla teoria dello psicologo neozelandese, perche non è in grado di spiegare tutto. In particolare, i geni si modificano molto lentamente, nel senso che ci vogliono generazioni per vedere le piccoledifferenze. I fonemi, invece, cambiano alla velocità con la quale evolve una lingua, cioè molto in fretta.

La distanza dall’Africa può spiegare, secondo gli esperti, le differenze genetiche, ma ciò non sembra funzionare con il linguaggio.

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