Contro la violenza sulle donne: il sito con la mappa dei centri ad hoc

BOLOGNA – Internet scende in campo in aiuto delle donne vittime di violenza. È infatti interattiva la nuova mappa dei centri antiviolenza, una guida diffusa a livello nazionale online e che evidenzia come, a 20 anni esatti dalla prima edizione, in tutto il territorio italiano il loro numero sia quasi raddoppiato.

Nel 2000 i centri individuati erano 56 di cui solo 17 dotati di casa di ospitalità, per un totale di 77 fra telefoni, case e centri antiviolenza distribuiti in tutto il Paese. Oggi questo numero è salito a 125, di cui 93 gestiti direttamente da associazioni di donne e 56 sono dotati anche di uno spazio per ospitare le vittime. La mappatura è stata sviluppata ed è consultabile sul sito della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, una delle realtà attive principalmente in Emilia Romagna e che da tempo non solo promuove il supporto a chi è vittima di abusi fisici o psicologici, ma si occupa anche del monitoraggio di questo fenomeno in Italia. Sicuramente il sorgere di tanti nuovi gruppi, oltre ad aver reso necessaria la creazione di un indirizzario nazionale, è dipeso dalla crescente dose di violenza che le donne del nostro paese continuano a subire da parte di mariti, compagni, genitori o semplici sconosciuti.

Nel dettaglio sul sito dell’associazione è possibile consultare la mappa dell’Italia in modo pratico e interattivo per conoscere il riferimento più vicino e più adatto per ogni esigenza. Inoltre, si possono segnalare attività non “censite”, per arricchire e migliorare al massimo questo importante strumento. Una tragedia quella della violenza sulle donne che non accenna a scomparire, e che in molti casi sfocia nell’omicidio: secondo l’associazione Dire, che raggruppa 58 delle 125 strutture citate, i “femminicidi” (così come vengono definiti gli omicidi che si basano su una discriminazione sessuale) sono in costante aumento: nel 2010 se ne sono registrati 127, mentre nei soli primi nove mesi del 2011 sono stati 92.

L’offerta italiana non è però in linea con quanto è stato stabilito dal Consiglio d’Europa, che ha indicato la necessità di un posto in un rifugio ogni 10mila abitanti: calcolatrice alla mano, in Italia dovrebbero essere circa 5.700 posti letto, mentre ad oggi risultano solo 500 quelli disponibili nella realtà. Meno di un decimo, mentre in Norvegia, Olanda, Spagna, Slovenia, Lussemburgo e Malta, il rapporto è rispettato correttamente. Nell’Europa in generale, sugli 80mila necessari ce ne sono solo 27 mila: all’appello ne mancano 54 mila. «L’anno scorso», commenta Marcella Pirrone, avvocato e membro del Cordination Commitee di Wave, il network Women against violence in Europe, «in un giorno stabilito e preso in esame per verificare il servizio delle case antiviolenza, i 2.774 centri nel mondo hanno registrato 57.754 richieste di assistenza da parte di donne vittime di violenza: 11.460 di loro non hanno potuto ricevere accoglienza per mancanza di spazio». E alcune di loro, purtroppo, ricevuto il rifiuto, sono tornate nelle proprie abitazioni, dove sono state assassinate dai propri persecutori.

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