Bertoldo 9. Atto terzo (seconda parte)

ARCIDUCA: La televisione è il gran narratore di fiabe del Duemila.

BERTOLDO: Il Gatto con gli Stivali percorse mille leghe nella neve per non perdersi il quiz a premi.

ARCIDUCA: Però i quiz…

BERTOLDO: «Credi nella vita eterna e perchè? Hai 20 secondi per rispondere e attento! e la prima risposta che conta!»

ARCIDUCA: Si è diffusa enormemente, un fenomeno planetario…

BERTOLDO: C’è gente che fa figli perchè non ha i soldi per comprarsi il televisore. E altra che si compera il televisore per non fare figli.

ARCIDUCA: Tuttavia ha un vantaggio sugli altri mezzi di comunicazione.

BERTOLDO: La si guarda e non c’è bisogno di pensare.

ARCIDUCA: Quanto grande è l’influenza della televisione sul singolo?

BERTOLDO: Il singolo inteso come vidiota?

ARCIDUCA: Vidiota?

BERTOLDO: L’idiota attaccato al video: noi e con tutto il rispetto pure tu, Signore.

ARCIDUCA: La sua influenza, dunque?

BERTOLDO: Come la cronaca o la scena televisiva di un delitto finiscono per suggestionare i deboli di spirito e spingerli a loro volta a delinquere, anche le immagini dei disastri finiscono per provocare i disastri stessi.

ARCIDUCA: Sarebbe a dire?

BERTOLDO: Mandi in onda le immagini di un terremoto, di un uragano e ne provochi immediatamente un altro.

ARCIDUCA: Sciocchezze… E l’influenza della televisione sulla società nel suo insieme?

BERTOLDO: Secondo Karl Popper?

ARCIDUCA: Secondo chi vuoi.

BERTOLDO: Allora Popper, mi piace il nome, ricorda Poppea. La tv, secondo lui, è deleteria per la democrazia.

ARCIDUCA: Insomma?

BERTOLDO: Insomma potere e televisione, una stessa cosa.

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