Biennale di Venezia: l’esposizione si illumina con Tintoretto

VENEZIA – A qualcuno non piace proprio, ma certo le sue opere fanno sempre parlare. Maurizio Cattelan, artista di origine padovana, catalizza l’attenzione di giornalisti e addetti ai lavori che oggi in anteprima hanno visitato i padiglioni della 54ma Biennale di Venezia (inaugurazione ufficiale il 4 giugno). La sua ultima creazione si chiama “Turisti” e consiste in duemila piccioni imbalsamati che si confondono con quelli veri, disposti sulle travi dei padiglioni della mostra, sia all’interno che all’esterno. Cattelan, che e’ quello dello scandaloso “dito” che troneggia in Piazza Affari a Milano, dice di aver avuto l’idea nel 1997, alla 47ma edizione della Biennale, quando si rese conto dello stato di abbandono in cui versava il Padiglione Italia.

Quella volta piazzo’ 200 piccioni e finto guano, oggi i volatili sono diventati duemila, una nuova edizione di “Turisti” ingrandita. Del resto, la Biennale non e’ altro che uno zibaldone d’arte e ricerca, in cui si puo’ scegliere, ma anche rifiutare. Lo evidenzia anche il presidente dell’ente Paolo Baratta che oggi ribadisce: “La Biennale d’Arte non e’ una manifestazione per elite ma un laboratorio di ricerca – ci sono almeno 400 mila visitatori che probabilmente verranno a vedere la mostra, quest’anno puntiamo anche a qualcosa di piu'”. Accanto al “nuovo” di Cattelan, il “classico” di Tintoretto scelto come portabandiera della Biennale 2010 dalla curatrice, la svizzera Bice Curiger, che ha intitolato l’intera mostra “ILLUMInazioni”.

Tre opere di fama eterna accolgono i visitatori: “L’ultima cena” (da San Giorgio Maggiore, Venezia); “Il trafugamento del corpo di San Marco” e “La creazione degli animali” (dall’Accademia di Venezia). Sviluppata in spazi che coprono complessivamente 10 mila mq, la Biennale di Venezia si dipana tra i Giardini di Castello e l’Arsenale. Grande attesa per l’apertura del Padiglione Italia, il 3 giugno, con taglio del nastro da parte del curatore Vittorio Sgarbi: all’interno, oltre 200 artisti italiani scelti nelle accademie perche’ giovani ed emergenti.

Il sipario sulle opere della Biennale si e’ aperto il 31 maggio con una vernice per la stampa, ma il pubblico sara’ ammesso solo dopo il 4 giugno. In citta’ sono attese almeno 20 mila persone attratte anche dalla riapertura di Palazzo Grassi con l’esposizione “Il mondo vi appartiene” curata da Francois Pinault. Alla 54ma Biennale parteciperanno soprattutto giovani artisti: 89 le presenze nazionali, 37 gli eventi collaterali. Grande spazio alle nazioni dunque, compreso il discusso Egitto che ci sara’: nella scorsa edizione erano 77 le partecipazioni nazionali. Notevole curiosita’ circonda l’apertura del Padiglione Italia all’Arsenale, curato da Vittorio Sgarbi che ha voluto titolare la mostra in modo provocatorio, “L’arte non e’ Cosa Nostra”. Le nazioni presenti per la prima volta saranno Andorra, Arabia Saudita, Bangladesh, Haiti, mentre altri paesi parteciperanno nuovamente dopo una lunga assenza. Gli oltre 200 artisti in esposizione sono stati indicati da scrittori, poeti, registi, uomini di pensiero chiamati a far parte di un Comitato tecnico scientifico, presieduto da Emmanuele F.M. Emanuele. Seguendo il filo rosso del 150mo dell’Unita’ d’Italia, il Padiglione Italia si arricchisce inoltre delle opere di artisti esordienti provenienti della venti accademie italiane.

Ma Venezia gia’ vive sotto l’effetto della Biennale con 37 eventi collaterali alcuni dei quali gia’ pronti in varie parti della citta’. E fa discutere la grande Pietas di Jan Fabre, artista fiammingo, che ripropone il celeberrimo gruppo scultoreo della Pieta’ di Michelangelo con alcune inquietanti variazioni. Alla Scuola Grande della Misericordia, infatti, si vede la Madonna china sul figlio: ma il volto della Madre di Cristo e’ un teschio e il corpo adagiato sulle sue braccia e’ quello dell’artista stesso, in abito da sera e circondato da insetti che ne testimoniano la decomposizione in atto. L’opera si innesta su un gruppo costituito da cinque pezzi che mostrano cervelli giganteschi, tartarughe col guscio rovesciato, trafitture di chiodi, croci e fioriture bonsai. Tutto in marmo di Carrara, come l’originale michelangiolesco. Richiami, simboli, interpretazioni tutte da discutere: la Biennale fa questo ed e’ la sua forza.

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