Biennale Venezia, Malgara presidente. Zanda e Giulietti: “Atto stupido”

ROMA –  Giulio Malgara è  il nuovo presidente della Biennale di Venezia. Lo ha deciso il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan che ha “ringraziato per l’ottimo lavoro svolto” senza però riconfermarlo, il presidente uscente Paolo Baratta.

Nato a Milano nel 1938, Malgara è stato per 23 anni presidente dell’Upa (Utenti pubblicita’ associati) ed è stato fra i fondatori e presidente di Auditel.

La scelta di Galan, però, raccoglie numerose voci di dissenso.  Il primo a criticare duramente la nomina di Malgara è il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda: “La storia è piena di delitti politici compiuti dai regimi nelle fasi finali della loro esistenza. La decisione del duo Berlusconi-Galan di sostituire il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta con Giulio Malgara è più di un delitto, è un atto stupido che fa male a Venezia privandola del contributo di un intellettuale dalla grande professionalità che ha fatto moltissimo per la città”.

La scelta, aggiunge Zanda: “fa male anche a Malgara che, viste le modalità della sua improvvisa nomina e considerato l’interesse di Venezia a veder completata l’opera di Baratta, dimostrerebbe stile e sensibilità rinunciando alla nomina”.

Poco dopo arriva la bocciatura della nomina anche da parte del Portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti e del senatore Pd Vincenzo Vita: “Il ministro può indicare chi vuole per la Biennale ma deve rassegnarsi all’idea che le commissioni parlamentari dovranno esprimersi, e di scontato non ci sarà proprio nulla. Resta grave comunque la scelta di rimuovere un presidente che, stando alle parole del medesimo ministro, ha operato con intelligenza e in piena sintonia con gli enti locali. Ma forse hanno voluto fare un ultimo regalo al presidente del consiglio e ai suoi amici più cari”.

Altra voce contraria alla nomina è quella del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni: ”Sono convinto che Giulio Malgara sia persona inadeguata a ricoprire il ruolo di Presidente della Biennale di Venezia, e che dunque seguire l’ipotesi di una sua conferma sarebbe una scelta sbagliata”

 

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