L’Osservatore smentisce: “Martirio di San Lorenzo? Copia modesta, ma non è di Caravaggio”

L’Osservatore Romano ci ripensa e smentisce: il dipinto raffigurante il Martirio di San Lorenzo ritrovato nel Convento della Compagnia del Gesù a Roma non è un Caravaggio. Ad affermarlo è Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani ed ex ministro dei Beni Culturali, che ritiene l’opera “una copia modesta” di un originale andato perduto di qualche pittore di qualità, ma non di Caravaggio.

La smentita dell’Osservatore è un grande passo indietro, se si considera che la notizia della scoperta di un nuovo Caravaggio ha destato grande curiosità negli amanti dell’arte di tutto il mondo, sebbene molti hanno espresso perplessità per la  “famosa” attribuzione. Ad un altro articolo sull’Osservatore edito oggi sono state affidate le dichiarazioni di Paolucci sull’autenticità del dipinto.

“Il livello qualitativo della tela che si conserva nella sagrestia della Cappella dei Nobili al Gesù di Roma è modesto. Bella l’idea del San Lorenzo drammaticamente dialogante sulla graticola del suo martirio, suggestivi i ceffi dei manigoldi impegnati nell’esecuzione atroce. Poi però guardi da vicino e vedi mani prospetticamente sbagliate, anatomie goffe e disarticolate nei nudi in secondo piano sulla destra, panneggi incerti, stesura pittorica inadeguata”- sottolinea il direttore dei Musei Vaticani -“Insomma, la qualità non c’è mentre in Caravaggio c’è sempre ed è altissima anche quando (si pensi all’Amorino dormiente o al Wignancourt di Palazzo Pitti) egli usa il massimo della sprezzatura e il minimo delle risorse espressive”.

”La mia opinione è che si tratti di una copia antica da un’originale non di Caravaggio (altrimenti ce ne sarebbe traccia nelle memorie documentarie e nelle fonti) ma piuttosto di un suo ‘creato’, forse di ambito napoletano, alla Battistello Caracciolo. Un caravaggesco di qualità, negli anni fra i Venti e i Trenta del XVII secolo, ha voluto dare al Martirio di San Lorenzo la smagliante evidenza del Vero, il valore esemplare in certo senso catechetico del martirio. La memoria di un dipinto che deve essere stato comunque notevole e che per qualche ragione è andato perduto, è oggi consegnata alla tela, oggettivamente modesta, che sta al Gesù di Roma”.

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