Colosseo, custodi assenti anche di giorno…non solo a notte dei musei

Colosseo, custodi assenti anche di giorno...non solo a notte dei musei
Colosseo, custodi assenti anche di giorno…non solo a notte dei musei

ROMA – Il Colosseo resta chiuso nella notte dei musei perché non ci sono custodi. Anzi no, contrordine, i custodi ci sono e il Colosseo resta aperto. Dopo giorni di dibattito sulla presenza o meno di custodi per l’apertura straordinaria del Colosseo l’ultima parola resta ai turisti: “I custodi non ci sono neanche di giorno“. E il monumento soccombe a chi, con poco rispetto e nessun controllo da parte di chi dovrebbe vigilare, gioca con le pietre fingendo di rubarle, fa pic nic seduto sugli antichi marmi e si riposa poggiato ai capitelli.

Maria  Lombardi sul Messaggero scrive:

“C’è all’ingresso un elenco lungo così di divieti purtroppo ignorati, di norme normalmente trasgredite e ce ne vorrebbero di divise per farli rispettare in uno spazio così grande. A proposito, i custodi? Sono pochi – 29 in tutto di cui due part time – e poco si vedono, in più di un’ora e mezza ne sono stati avvistati appena cinque: chi vigila distrattamente standosene seduto sui gradini sotto una volta, chi controlla senza staccarsi dal cellulare, chi non sa quel che dovrebbe”.

Difficile insomma trovare chi fa controlli, anche di giorno:

“«Voi fate i controlli?», la guida ha girato e rigirato, ha fatto su e giù le scale e finalmente ecco due in camicia bianca, forse sono custodi, non è così chiaro, fino a un attimo prima sembravano due turisti seduti sui gradini. «C’è un tizio giù che ha un amplificatore», accusa. «Perché? Non si può?»: chi dovrebbe vigilare sui divieti ha dubbi su quel che si può e non si può. «C’è scritto sul cartello all’ingresso: vietare usato altoparlanti o amplificatori», adesso è la guida a fare la parte del custode, «è un tipo con la barba bianca»”.

Il flusso di visitatori, in media 3mila persone l’ora, non è certo facile da gestire:

“Entrano anche tanti zaini, buste grandi così: vietato anche questo ma nessuno dice niente. Lungo il primo anello c’è una folla da bus. Un caos che si disciplina da sé, il pericolo è sfiorato di continuo, come quando due ragazzini cercano di arrampicarsi sulla rete di protezione per un selfie più suggestivo. Che non succeda nulla ha quasi del prodigioso. Nei corridoi tra l’arena e l’ambulacro si allestiscono festosi pic-nic, le colonne a fare da panchina”.

E se questo non bastasse, ci sono anche i “finti furti”, scrive la Lombardi:

“Due ragazzi inglesi afferrano un blocco di marmo che peserà chissà quando, lo sollevano e lo spostano mentre l’amica scatta e ride. Non male da mettere su Facebook. È divertente, dicono, un parco giochi, questo Colosseo. C’è qualcuno a cui dire che quei tipi andrebbero fermati perché qui è addirittura vietato «toccare gli oggetti esposti»? C’è qualcuno? L’unico custode che si vede lungo tutto il primo anello sta al cellulare, finalmente arriva una giovane con la targhetta sulla maglietta e finalmente alza il dito per dire no”.

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