Assisi, spunta un “demone” nell’affresco di Giotto

ASSISI – “Giotto, che con i suoi allievi ha affrescato la basilica, ha inteso riportare una credenza popolare per la quale si pensava che nelle nuvole vivessero sia gli angeli che i demoni: i primi per portare le anime dei giusti in Paradiso, i secondi per condurre le altre anime alla dannazione eterna, all’Inferno. Era una credenza medievale, che ovviamente non ha alcun fondamento teologico”. E’ quanto spiega all’Adn Kronos padre Enzo Fortunato, responsabile per la comunicazione del Sacro Convento di San Francesco ad Assisi, dopo la scoperta – a distanza di otto secoli – della presenza in un affresco giottesco di un demone, dipinto fra le nuvole.

“Si trattava di un modo di pensare nel Medioevo, fra la popolazione non fra il clero – precisa il padre francescano – Ma dal momento che il francescanesimo ha ‘assunto’ il linguaggio popolare, e’ evidente che alcuni di questi aspetti sono presenti, anche nell’arte figurativa. Lo stesso passaggio nella pittura dal modello raffigurativo bizantino al modello giottesco porta ad assumere il reale, il vissuto”. Dunque, “per Giotto, ritrarre fra le nuvole anche un demone e’ stato un modo per avvicinarsi al comune sentire popolare dei fedeli della sua epoca. Non a caso il ciclo di affreschi viene chiamato la Bibbia dei poveri: proprio perche’ molti non potevano permettersi la lettura del testo sacro, per analfabetismo o semplicemente per i costi del libro, i francescani per una piu’ efficace catechesi hanno pensato di ricorrere appunto all’affresco, povero nella sua fattura ma ricco di possibilita’ di far leggere anche chi non sapeva o non poteva leggere”.

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