Grande Progetto Pompei, costa 105 mln. Monti: "Così salviamo sito"

NAPOLI – E' stato fatto tutto in tre mesi: l'ideazione, la valutazione e l'approvazione. Del resto Pompei, sito archeologico di 66 ettari e con oltre 2 milioni di visitatori nel suo dna, erano anni che aspettava un aiuto. Crolli, scandali, proteste: le immagini delle sue Domus 'spezzate' dall'incuria e dal tempo hanno fatto il giro del mondo. Oggi, la svolta: la partenza di un piano di riqualificazione 'Grande Progetto Pompei' – 105 milioni di euro – che dovrebbe completarsi entro il dicembre 2015. E che, tra gli scavi all'ombra del Vesuvio, promette il ritorno della vita.

Su quello che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha definito un ''piccolo grande evento'', hanno lavorato il Governo italiano e la Commissione europea. Oggi la presentazione dei primi cinque bandi, alla presenza di Monti e di quattro ministri, e anche del 'Protocollo della Legalita'' che ha tutte le intenzioni di impedire infiltrazioni della criminalita' organizzata. ''Presto potremo avviare i lavori'', ha promesso Monti.

Il progetto per la verita' fu avviato dal precedente Governo. Come il governatore della Campania, Stefano Caldoro, puntualmente ricorda, nacque tutto in una ''notte difficile con l'ex ministro gli Affari regionali, Raffaele Fitto'' in cui si decise di mettere a punto qualcosa per Pompei.

''Chiamammo quella stessa notte il commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn, trovammo l'intesa, parlammo con gli altri presidenti di Regione e costruimmo questa iniziativa'', ha aggiunto. Gia', quello stesso Hahn che, come ricordato dal premier, ''avvertiva l'incongruenza tra i continui crolli all'interno dell'area archeologica e la disponibilita' di risorse finanziarie dell'Ue rimaste inutilizzate''.

E cosi' ''questo Governo ha colto l'occasione e ha quindi proseguito celermente, in tempi straordinariamente rapidi, il lavoro''. Prima di tutto, per Monti, ''affinche' uno scenario nuovo si apra e' necessario che Pompei rimanga in piedi''. E c'e' di piu', ''il progetto costituisce un prototipo del metodo che questo Governo ha scelto di adottare per tutto il Sud''.

Un metodo, ha spiegato il premier, ''che mira ad affrontare le cause e le conseguenze del mancato sviluppo moltiplicando i casi di 'buona amministrazione' che attraggono investimenti innovatori''. Del resto ''Pompei, nonostante le sue condizioni e la scarsa qualita' dei servizi offerti attira in media 6mila visitatori al giorno – ha ricordato Monti – con punte di 20mila in alcuni giorni dell'anno. Potrebbero essere di piu'. Soprattutto potrebbero trattenersi sul territorio anziche' fuggire, potrebbero spendere assai di piu' per prodotti di qualita', potrebbero innescare processi virtuosi con una gioventu' locale che soffre di una gravissima disoccupazione''.

''Faremo vivere'' Pompei ''bene dell'umanita', un simbolo'', promette il ministro per i Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, che apre agli sponsor privati, ma, avverte, ''sotto la regia dello Stato''. ''Bisogna ricostruire la fiducia per rilanciare lo sviluppo'', ha esortato il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca; ''serve legalita''', ha aggiunto Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione.

E un'esortazione e' arrivata anche dal titolare del Viminale, Annamaria Cancellieri: ''Il Grande Progetto Pompei e' una grande sfida perche' l'Europa ci guarda con grande attenzione''. 'C'e' un Sud che si vuole riscattare, vuole cancellare le pagine degli sperperi'', ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. E non a caso, il suo intervento, Monti lo ha concluso cosi': ''Realizzare il progetto Pompei e' un segnale forte che indica come nel Sud sia possibile e fattibile oltre che necessario avere il coraggio e le forze per fare le cose difficili che servono''.

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