Isis, tesori distrutti a Palmira “salvati” in 3D dai restauratori italiani

PALMRA – Saranno ricostruite in 3D a Roma, grazie al lavoro di restauratori italiani, le parti mancanti di due busti funerari che risalgono al II o III sec. d.C., distrutti nel 2015 dalle milizie Isis a Palmira, Siria. Daria Montemaggiori, restauratrice, dopo la distruzione dei templi “era angosciata” ed è stata “felice di collaborare alla ricostruzione”.

Entro fine mese il restauro sarà terminato e i due busti, raffiguranti un uomo e una donna, saranno restituiti a un museo di Damasco.
Palmira, un sito dichiarato nel 1980 Patrimonio dell’umanità dall’Unesco e noto anche come “Sposa del deserto”, è a circa 240 km a nord-est di Damasco; durante l’Impero Romano, è stato un importante centro carovaniero che collegava anche all’India, alla Cina e alla Persia.

Prima del conflitto in Siria, nel marzo 2011, era una delle mète turistiche più popolari in Medio Oriente, con circa 105 mila visitatori l’anno. Grande la preoccupazione mondiale quando le immagini satellitari confermarono che che l’Isis aveva distrutto il Tempio di Bel, giudicando i monumenti pre-islamici come idolatrici. L’Unesco considerava il tempio come uno degli edifici religiosi meglio conservati e più importanti del I sec. in Medio Oriente.

Nell’ottobre scorso, i jihadisti hanno fatto saltare in aria l’Arco di Trionfo, risalente al 193 e 211 d.C., un atto di sfregio che l’Unesco ha dichiarato costituisce un crimine di guerra punibile dalla Corte penale internazionale.

 

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