“Sono di Michelangelo i bronzi di Cambridge”. Sgarbi: “Troppo brutti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2015 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
"Sono di Michelangelo i bronzi di Cambridge". Sgarbi: "Troppo brutti"

“Sono di Michelangelo i bronzi di Cambridge”. Sgarbi: “Troppo brutti”

ROMA – “Sono di Michelangelo i bronzi di Cambridge”. Sgarbi: “Troppo brutti”. Due bronzi esposti al Fitzwilliam Museum di Cambridge, in Inghilterra, “potrebbero essere opera di Michelangelo“. E’ quanto afferma un gruppo di studiosi internazionali che hanno analizzato le opere la cui attribuzione è stata a lungo controversa. Secondo la Bbc, i lavori, se confermati gli esiti dell’indagine condotta, sarebbero gli unici bronzi rimasti del grande maestro italiano.

Le due statue sono alte circa un metro e raffigurano uomini nudi che cavalcano due pantere. Il team di ricercatori che è arrivato all’attribuzione è stato guidato dall’Università di Cambridge. A individuare il nesso con Michelangelo è stato il professore Paul Joannides che ha trovato nei disegni di un allievo, che aveva copiato gli appunti perduti del maestro rinascimentale, un bozzetto simile alle sculture di Cambridge. Le ricerche stanno andando avanti e le conclusioni saranno presentate a luglio.

Identificate inizialmente come opere di Michelangelo, furono screditate dopo una mostra a Parigi nel 1878 perché non c’era alcuna documentazione in proposito e non erano firmate. In seguito sono state attribuite a vari artisti, da Tiziano Aspetti a Jacopo Sansovino a Benvenuto Cellini. Acquistate originalmente dal barone Alfonso di Rothschild, che forse le comprò da uno dei re di Borbone a Napoli, quando furono messe all’asta da Sotheby nel 2002 e vendute a un anonimo collezionista inglese per 1 milione e 200 mila sterline (più di 1 milione e mezzo di euro) vennero descritte come il lavoro di uno sconosciuto scultore fiorentino del 16esimo secolo. Se fossero veramente uscite dallo scalpello dell’autore della Pietà, del David e degli affreschi della Cappella Sistina, il loro valore sarebbe da moltiplicare di decine di volte. Ma sono proprio sue? (Enrico Franceschini, La Repubblica)

A naso, ma con l’occhio dell’esperto, per Vittorio Sgarbi, interpellato sull’attribuzione contesa, sono troppo brutte per scorgervi la mano del genio michelangiolesco, tutto della realizzazione “respinge” il nome del Buonarroti. Francesco Caglioti, studioso di fama nell’ambito della scultura rinascimentale, conferma che il bozzetto che ha ispirato le sculture è un dato debole, denuncia piuttosto le attività degli allievi piuttosto che costituire una prova inconfutabile del lavoro del maestro.

Non è necessario vedere i due pezzi da vicino per escludere recisamente che siano di Michelangelo», dice a Repubblica. «Vanno datati almeno dopo il 1525 e i collegamenti col disegno di Montpellier sono superficialissimi, e solo iconografici. In più, le due figure sono fiacche e mal collegate alle pantere: hanno insomma tutta l’aria di essere dei montaggi di pezzi eterogenei. (Enrico Franceschini, La Repubblica)