Avatar, il sogno comune: Mauro Evangelisti sul Messaggero

James Cameron è ormai abituato alle rivoluzioni cinematografiche. Con “Terminator” inventò una delle saghe di più grande successo che rileggeva in chiave “romantica” la storia della fantascienza. Con “Titanic” segnò il più grande incasso della storia, folle in fila ai botteghini per andare a vedere Leonardo Di Caprio e Kate Winslet che si innamoravano e perdevano tutto sulla nave dei sogni. Ora arriva il progetto tenuto nascosto da una vita: “Avatar”, storia di conflitto e dialogo interspaziale è attesissimo anche e soprattutto perché esplorerà la tecnologia del 3D come mai era stato fatto prima. Mauro Evangelisti sul Messaggero spiega perché il nuovo film di Cameron è un po’ come il passaggio dal bianco e nero al colore:

Sarà perché in fondo tutti vorremmo avere un avatar, una seconda vita

parallela nel quale giocarci una seconda chance. In un mondo virtuale che spesso diviene più reale di quello reale. Anzi: molti ce l’hanno davvero, un avatar, che vive le parti migliori delle loro vite, magari in un paese lontano dove ogni tanto fuggono. O dove magari un giorno si ritrovano ad aprire un ristorante sulla spiaggia…

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