“C’è da fidarsi del Dna nelle indagini?”, Vittorio Feltri per Libero

Pubblicato il 31 Marzo 2011 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Blitz quotidiano vi propone oggi come articolo del giorno quello di Vittorio Feltri per Libero il quale analizza la recente risoluzione dei due casi di omicidio, quello di via Poma e quello dell’Olgiata, attraverso la prova del Dna. Feltri esprime dei dubbi sull’effettiva efficacia dei test sul Dna.

Martedì sera, quando le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia del fermo di Manuel Winston, cameriere filippino, vent’anni dopo l’omicidio della sua datrice di lavoro, Alberica Filo della Torre, colpita alla testa con uno zoccolo all’Olgiata (Roma), siamo stati percorsi da un brivido: caspita, abbiamo pensato, la giustizia sarà lenta, aborrirà il processo breve, però ha memoria d’elefante, che notoriamente compensa la sua scarsa rapidità di movimenti con una capacità prodigiosa di ricordare tutto.Al brivido è seguito il panico, perché oltre mezzo secolo fa, confessiamo, commettemmo un reato e non vorremmo che adesso si presentassero i carabinieri in redazione per farcela pagare. Un reato non gravissimo, però neanche da sottovalutare: furto di ciliegie. Ci arrampicammo sulla pianta, noi e altri ragazzacci, e facemmo una scorpacciata di frutti, purtroppo interrotta da alcune fucilate. Il contadino ci aveva sorpresi e, incavolato nero, imbracciò la doppietta caricata a sale e premette il grilletto due volte. Una precipitosa fuga non servì ad evitare che vari granelli del minerale si conficcassero nelle nostre gambe. Un bruciore insopportabile che tuttavia non ci impedì di dileguarci.Per un paio di mesi vivemmo nel terrore di una denuncia, di un processo e di una punizione. Invece, non accadde nulla. […]